giovedì 15 gennaio 2015

ILGRANDE E LE VERDURE

Si sa. Da che mondo è mondo i bambini amano poco le verdure. Ma IlGrande presenta un odio viscerale, profondo. Talmente intenso che sospetto che non creda più di essere nato sotto un cavolo.
IlGrande sente l'odore di cipolla nella salsa, sa quando la vicina del primo piano (noi siamo al 4°) cucina il passato di verdure, percepisce la presenza di un cappero nella carne alla pizzaiola. Storica fu la frase, ancora ricordata dai camerieri di PizzaMan Ma io avevo ordinato una pizza con le olive, non una con le foglie! dopo aver osservato che la pizza aveva poche olive e tanto origano...

Insomma, per farla breve, lunedì mattina mi chiamano da scuola dicendomi di andare a prendere il bambino in preda ad atroci dolori di pancia. Voglio parlarci al telefono e quando lo sento rispondere piangendo, capisco che non si tratta di una scusa. Sta veramente male. Hai vomitato? No. Ma ti fa male lo stomaco? No. Non ce la fai a resistere? No. mi confessa con la voce flebile quasi stia per rendere l'anima al diavolo.
Corro a scuola, la maestra mi dice che devo dargli lo Zimil, che forse è stato il latte e io penso Ma sarà? Non è mica la prima volta che prende il latte...la custode mi certifica che sicuramente è influenza intestinale. Chiedo a IlGrande se ha fatto la cacca e lui mi dice piangendo che, si l'ho fatta. Ed era composta e di colore marrone. Normale. Mentre mi chiedo dove abbia imparato questi termini così scientifici la portinaia mi dice Signora, è sicuramente l'influenza di quest'anno. Prende così, a crampi. Gli misuri la febbre vedrà che ha già qualche linea e io penso che son tutti bravi a fare i medici ma la febbre non ce l'ha. Almeno per ora. 
Riusciamo ad arrivare a casa. IlGrande sembra reduce dallo sbarco in Normandia. Urla dal dolore e non mi sa spiegare dove sente male ma il dolore è forte. Sostiene di star per morire, anzi mi dice proprio mamma moio...Pietro dov'è? 
A scuola rispondo. E penso che forse vuole fare testamento e prima vuole sondare se suo fratello sia una serpe oppure dimostri un minimo di empatia. Ti porto all'ospedale Jacopo? 
No, no. Ora mi metto un po' sul divano, mi guardo un po' di tv, mangio due crechis. Facciamo come tutte le altre volte. Vedrai che mi passa mi risponde non troppo convinto.
Ma quindi è un dolore che hai già provato? chiedo dandomi conferma di quello che penso Si, solo che ora mi fa male qui.
E indica la destra. Sotto l'ombelico. Vicino all'inguine. APPENDICE. Oh. Cazzo.

Gli faccio le manovre per capire se ha un'infiammazione a quel pezzettino di ciccetta che solo Dio sa a cosa serve, ma non ci capisco un'acca! Appena lo sfioro urla. Ma urla anche se lo tocco alla sinistra. Dopo aver constatato che se supera la notte avrà un futuro da attore drammatico, mi chiedo Che faccio? Sono senza macchina, mio marito ha il telefono spento. Chiamo la pediatra. Cellulare non raggiungibile e fisso sempre occupato. Merda.
Gli metto la borsa dell'acqua calda sulla pancia e lui sembra beneficiarne, si tranquillizza e smette di piangere. Non so, a dire il vero, se è la borsa dell'acqua calda oppure Oggy e i maledetti scarafaggi a inebetirlo, ma funziona. 
Mangia un pacchettino di creckers e beve un po' di the poi torna sul divano e si addormenta, ma non mi convince: non riesco a capire se il momento acuto dinonsocosa sta passando oppure se lui è fottutamente bravo a recitare e fa finta che gli stia passando per non andare al pronto soccorso. 
Poi torna mio marito e ha l'idea geniale. Lo palpo ora che dorme...se è una cosa psicologica non lo sente...lo tocca sulla sinistra. Niente. Poi sulla destra e fa un salto, senza svegliarsi ma l'espressione sul suo viso è sofferente. Via, facciamo un salto al Meyer, meglio aver paura che buscarne. E se lo dice mio marito vuol dire che dobbiamo andare e anche veloci.
Passiamo a prendere IlPiccolo che per l'occasione sfodera la sua migliore espressione preoccupata e tira fuori Ma può anche morire? Mannò tranquillo! dico. Babbo! Ma può morire? chiede con voce pecorina da uno che sta per scoppiare in lacrime Pietro. Scordatelo. Non avrai tutta la stanza per te. E non avrai i suoi giochi. Almeno per ora! risponde mio marito. IlGrande, pur soffrendo, sorride. Non so se perchè ha capito l'ironia della risposta e quindi sa di non andare incontro alla luce eterna o se è perchè ha avuto l'illuminazione: la preoccupazione de IlPiccolo è autentica.

Arriviamo al pronto soccorso. Accettazione. Codice Verde. Attesa. Diversivo con i dottori pagliacci. Ancora attesa. Poi finalmente la chiamata.
La giovane dott.ssa gli fa qualche domanda alla quale IlGrande risponde con cognizione di causa. Poi arriviamo all'argomento di merda. La dott.ssa gli domanda se oggi è andato, com'era la cacca, di che colore, quanta ne ha fatta e io vedo il mio bambino sbiancare. La questione è delicata per lui, l'oggetto gli crea vergogna. 
Non entro nel merito ma dico solo che il bambino è solito fare grandi cose. E quando dico grandi, intendo enormi. A volte non si riescono a mandare giù per il sifone neanche con due scarichi. Purtroppo queste grandi cose vanno maturate e lui le matura anche per tre o quattro giorni. 

Il dolore più forte, però, IlGrande lo riceve quando la bella dott.ssa gli dice che deve fare un bel clisterone per liberarsi bene delle feci e dell'aria. Sicuramente delle bolle di gas si sono situate nel colon e gli hanno creato questi spasmi. Poi possiamo tornare a casa? domanda Si, certo! 
E posso mangiare? chiede Come no, un bel passato di verdure e tanti kiwi! Scherzi, vero? interroga con l'entusiasmo che scema piano piano. 
NO. risponde seria la dott.ssa. IlGrande mi guarda con l'espressione di quello che deve partire per un lungo viaggio dal quale non sa se tornerà vivo. 
Poi entra l'infermiera con il clisterone. Ma questa è un'altra storia.


Ad oggi, nonostante abbia provato a presentargliele in tutti i modi, il bambino non ha assaggiato niente di vegetale, niente che abbia la consistenza morbida e che contenga fermenti lattici, niente di colore verde (o nuance di verde), niente che ha a che fare con quello di cui si cibano le galline. Ha avuto il coraggio di chiedermi se le patate fritte sono una verdura. Ad oggi il bambino sta creando il prossimo mostro che evacuerà nel fine settimana, chiedendo l'appoggio del fratello che gli farà compagnia per guadagnarsi l'agognato testamento.

Per favore, non mi scrivete che i vostri figli mangiano la lattuga, i cavolini di bruxelles, la catalogna o le zucchine lesse. Non mi proponete ricettine sfiziose per far mangiare le carote a mio figlio. 
Lui. Non. Mangia. Le. Verdure.
Prendiamone atto. Io l'ho già fatto. Se neanche la bella dott.ssa è riuscita a convincerlo, non ci riuscirete voi. 
Io, per il momento, vivo nel ricordo della bambina tedesca che, di fronte al buffet di verdure in albergo, grida entusiasta battendo le mani Guarda mamma, i broccoli bolliti!!!

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