martedì 21 luglio 2015

LETTERA AI MIEI FIGLI

Bambini miei,
questo post lo leggerete quando sarete grandi. Se ne avrete voglia. Se non mi avrete già denunciato prima, scoprendo che ho raccontato a perfetti sconosciuti tutti i vostri difetti, i vostri amori, i vostri vizi, scherzandoci sopra. A volte forse, in modo poco indulgente. Non vorrei che l'Altissimo fraintendesse l'intento scambiando lo scritto come un testamento. Conterei di essere ancora con voi durante la lettura perché, francamente, mi garberebbe essere eterna come tutti i supereroi che vi piacevano tanto.
Crescendo insieme a voi due, ho scoperto di essere un tipo non facile: pensavo di essere uno schianto di donna, affascinante, con pochissimi difetti, sensibile, altruista, amorosa. Insomma una di quelle mamme che vorrebbero avere tutti.
Invece non sono così; non mi ci avvicino neanche a quel genere di donna. Almeno a sentir parlare voi, sono nell'ordine: noiosa, severa, imbronciata, sempre arrabbiata. Per non parlare dell'aspetto fisico: storica la frase tua, Jacopo, quando avendomi vista rivestire dopo la doccia mi hai detto Ostia che chiappe mamma, copriti subito! o quella tua, Pietro quando mi hai fatto una domanda premettendo Ma quando eri giovane...e io avevo 38 anni.
Questo post è per spiegarvi che:

se vi dico di No o Non fare quello o Non dire quell'altro c'è sempre un motivo. A volte non vi sembra un motivo valido, a volte pensate che potrei risparmiarvi la rottura di palline e invece non vi concedo tregua. Il motivo è che sono più grande di voi, le cose che fate le ho già fatte e mi hanno ferito, fisicamente e a volte moralmente. O le ho viste fare da altri segnando la vita di altre persone. E voglio proteggervi. Dalle umiliazioni, dalle mortificazioni, dalle offese reali e da quelle spirituali. Purtroppo non posso proteggervi da tutto e risparmiarvi le botte, i lividi, le cicatrici. Jacopo lo sa bene. Ma mi piacerebbe che quelle cicatrici poteste mostrarle al resto del mondo e raccontare come ve le siete fatte. Che Jacopo potesse raccontare come ha fatto a vincere 18 punti in testa o Pietro come ha fatto a guadagnarsi la crosta sul ginocchio la quale cicatrice si intravede ancora quando si abbronza ma anche come avete superato le delusioni d'amore, le frustrazioni per un obiettivo non raggiunto, lo sconforto per un amico che vi ha girato le spalle. Ecco. Spero che i miei no siano serviti almeno a risparmiarvi la smusata perché avete corso in discesa, una testata perché saltavate sul divano, un brutto voto perché non avevate voglia di studiare...o anche solo per togliermi la soddisfazione di potervi dire Te l'avevo detto!

se vi costringo a mettere la tazza nel lavandino, a piegare il pigiama e metterlo sotto il cuscino, a tirare l'acqua del water e pulire la goccina di pipì che immancabilmente lasciate sull'asse, a mettere a posto i giochi a fine giornata, i libri al loro posto, se non vi permetto di sprecare il cibo...E' una scocciatura, lo so. Sarebbe più facile farlo fare a me che sono a casa tutto il giorno. Sarebbe più facile anche per me invece che ripetere tutti i giorni la solita filastrocca. Ma, anche se non vi sembra, quando leggerete questo post avrete imparato cos'è il rispetto per il lavoro e la sensibilità altrui. E non vi peserà più piegare il pigiama, lavare due piatti o mangiare la stessa cosa due volte. E la vostra compagna, se ne avrete una, non si potrà lamentare di voi.

se urlo. Lo so: è seccante e spiacevole, me ne rendo conto. A volte, quando siamo con altri genitori che lasciano i loro bambini liberi di fare come pare loro, quasi mi vergogno di essere l'unica a brontolarvi se solo provate a fare i gradassi. Urlo alla quarta volta che vi ripeto la stessa cosa, urlo quando fate i capricci, urlo quando litighiamo. Il mio super-potere è l'Urlo Atomico. Quando leggerete questa lettera spero di aver trovato un po' di serenità e di poter ridere quando sarete voi a dovermi ripetere quaranta volte la stessa cosa, rincoglionita dall'arteriosclerosi!

se non vi permetto di usare il mio cellulare, il tablet, internet o non vi permetto di guardare FaviJ e preferisco che andiate a cacciare le lucertole, a pescare a mano libera nei fossi o a fare le avventure in mezzo ai boschi. Quando sarete grandi potrete raccontare ai vostri figli di quella volta in cui c'eravamo io, mio fratello e Lorenzo e siamo andati su per il Romito e abbiamo visto un frustone e allora...o quella volta in cui io ho salvato mio fratello che era caduto in mezzo alle balle di fieno da Adolfo...
Avrete tempo di guardare le avventure in televisione seduti sul divano: finché potete viverle di persona, fatelo. Mi raccomando, però, che gli sbucci siano solo sulle ginocchia. Quelli guariscono facilmente...

se a volte sembra che stia meglio senza di voi. E' solo perché a volte sono un po' stanca, un po' stressata. Siete la mia fortuna. Vi guardo quando dormite, quando ridete, quando leggete nello stesso letto, quando non potete fare a meno l'uno dell'altro e penso che se non ci foste bisognerebbe inventarvi e meno male che vi ho inventati io. 

se a volte vi prendo in giro. Lo faccio perché voglio che impariate a vivere con ironia e umorismo. L'esistenza si sfida meglio con una battuta che con malumore e suscettibilità. La malinconia e l'infelicità sono una cosa da vecchi: prendetevi con entusiasmo e leggerezza...le vostre risate sono un'ancora per noi. E conservate sempre un po' dei bambini che siete. 

se pensate che preferisca l'uno all'altro e viceversa, perdonatemi. Non è vero, nel modo più assoluto. A volte, spesso a dir la verità, mi attraversa fulmineo il pensiero di perdervi e non penso che potrei sopravvivere senza uno di voi. Quando siete distanti per qualche giorno mi manca tutto di voi: il vociare continuo, le bizze, i pizzicotti che vi date, le risate, i musi lunghi, le litigate, gli abbracci di Pietro e la manine a ventosa di Jacopo. La casa è così silenziosa che non vedo l'ora di tornare a pensare Ma quando mi lasciate un po' sola?

se vi stresso dicendovi che la scuola è importante: lo faccio perché spero possiate crescere come il vostro babbo. Curiosi, acculturati, modesti. Puntuali, precisi, puntigliosi. Che possiate vivere per conoscere tutto quello che volete, che comprendiate l'impegno e l'abnegazione e ne facciate buon uso per ottenere qualsiasi cosa vi renda felici. Che sia un lavoro, una relazione, un hobby.

se sono una mamma così imperfetta, difettosa, manchevole. Se dico parolacce, se non gioco a calcio con voi, se non vi abbraccio e bacio quanto dovrei, se non vi dico che vi voglio bene. Se lascio a questo post il compito di farlo. Vi amo immensamente. Da qui alla luna, andata e ritorno, all'infinito.
La vostra wondermamma

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