"A mille ce n'è nel mio cuore di fiabe da narrar (da narrar),
venite con me nel mio mondo fatato per sognar (per sognar),
non serve l'ombrello il cappottino rosso, la cartella bella per venir con me,
basta un po' di fantasia e di bontà...e di bontà..."
non serve l'ombrello il cappottino rosso, la cartella bella per venir con me,
basta un po' di fantasia e di bontà...e di bontà..."
C'era una volta, bambini, un bellissimo principe di nome Lucas dal fisico scultoreo e gli occhi color nocciola. Arguto, intelligente, molto molto colto, garbato e generoso, questo principe dalla portentosa memoria, amava scrivere novelle, molto belle in verità... qualcuno vociferava addirittura che fosse uno scrittore rilegato e citato. La sua vita procedeva serena a corte ma al principe mancava qualcosa.
Un giorno, passeggiando per le strade del suo paese, intravide una ragazza molto attraente (pur non portando tacchi alti) e di rara bellezza. La fanciulla aveva degli incantevoli occhi verdi, un corpo armonioso (a giudicare a prima vista poteva avere un 90 - 60 - 90 ma non prendetelo per certo), movimenti aggraziati e degli splendidi e lunghi capelli neri. Non era granché perspicace ma d'altra parte non potevano farla bella e intelligente (Almeno una delle due, però... soleva burlarla lui, non appena presa un po' di confidenza).
Insomma, il principe Lucas s'innamorò perdutamente e fece di tutto per conquistare la bella (e procace) fanciulla che, scoprì in seguito, si chiamava Raphaelle: le scrisse lunghissime lettere d'amore piene di romanticismo, in cui le riportava poesie di scrittori d'Oltralpe (lei non le capiva ma annuiva con aria sognante, mentre lui gliele leggeva) e gliene scriveva di suo pugno. La ragazza (seducente e fascinosa), non potette resistere a cotanta perseveranza, s'infiammò per il suo principe e gli concedette la mano anche se lui non gliel'aveva chiesta.
Si sposarono tra grandi sfarzi e vissero felici e contenti nel loro castello di 4 vani più bagno. Lei gli fu fedele e devota, stregata dalle sue dolci parole gli fu amante appassionata. Fecero anche due figlioli di nome Giacopus e Peter, amorevoli, educati, intelligenti...No. Quelli erano Hansel e Gretel. Comunque erano bellissimi, avendo come genitrice l'incantevole Raphaelle.
Finché, bambini, un giorno successe una cosa imprevedibile: forse a seguito di grosse preoccupazioni, il principe perse la sua portentosa memoria e si dimenticò di tutti gli ardenti sentimenti che la moglie (sempre graziosa, d'altra parte...sembrava rifiorire pur con il passare degli anni) provava. Addirittura, pensate, insinuò che la bella moglie l'avesse tradito con il menestrello di corte, tale Bobo Rondellis. Lei gli disse in tutta onestà che non era mai successo niente con lui. Mi garberebbe vederti se te lo trovassi nel letto! alluse lui Non lo caccerei di certo, poverino! disse lei, garbata D'altra parte si è dormito tante volte con due figlioli e stringendosi un po' in tre ci si può stare! affermò Ma veroiddio, non lo toccherei neanche con un bastone! garantì risoluta facendo giurin giurello. Lui, non convinto, continuò a insinuare che lei non lo amava più, anzi forse non l'aveva mai amato!
Raphaelle non si afflisse e armatasi della sua riconosciuta serenità e del suo proverbiale ottimismo, decise che se in gioventù era stato il suo principe ad incantarla, ora toccava a lei riconquistare Lucas. Pensò, meditò a lungo poi trovò un'idea: fece stampare una gigantografia con i loro visi innamorati, la incartò e l'appese sopra il letto (assicurandosi prima che il menestrello di cui sopra, non riposasse tra le coltri). La reazione non si fece attendere ma purtroppo non fu quella che la leggiadra Raphaelle si aspettava: dopo qualche ora il principe trafelato e terrorizzato declamò rivolto alla moglie L'hai appeso tu quell'affare impacchettato sopra il letto? Se non l'hai appeso tu io esco, chiudo casa e butto le chiavi! Oddio...i fantasmi sono venuti a prendermi...
Ma certo! Esclamò la moglie E' un regalo per te! Aprilo e vedrai...
La replica non tardò: Mi inquieta disse lui Preferivo quello che c'era prima...
La venere Raphaelle ci provò nuovamente, raccogliendo tutte le foto che ritraevano la coppia nei loro momenti più felici e raggianti e mostrandole a tutto il paese accompagnate da una canzone che il menestrello aveva scritto appositamente per loro. Ma la risposta del principe non fu soddisfacente: Io sono l'ultima ruota del carro! L'hai fatto per i figlioli, l'hai fatto per i cugini, per le amiche, per il cane, il gatto e lo scoiattolo...Ora non vale più! disse snobbando il gesto.
Neanche questo tentativo era andato a buon fine. La bella moglie non si arrese, però, e intentò un'ultima prova.
Si avvicinava il compleanno del suo bel principe e prendendo spunto da un consiglio che tale Roccus Siffredis, (consulente esperto che il marito ammirava per doti indubbie nascoste e non) aveva dato a un marito deciso a riconquistare la moglie, concluse che avrebbe ribadito davanti al mondo il suo amore per lui.
Scrisse allora di quanto lo amava, di quanto lo stimava, di quanto lo trovava attraente. Gli scrisse che non sapeva come avrebbe fatto a vivere senza di lui, che lui, e ne era sicura, era la sua metà della mela e il suddetto menestrello non era degno neanche di fare la parte del verme (per quanto sarebbe stato un gran bel verme!). Gli scrisse che, se anche non riusciva a dimostrarglielo come lui voleva, lui era il suo pilastro, la sua ancora, il suo canotto di salvataggio. Era il coperchio per la sua pentola, l'olio nuovo sopra il pane caldo, la nota dolce nella canzone più romantica. Era per lei come l'osso per il cane o il cane per la pulce. Lo amava come non aveva mai amato nessuno.
Ti amo disse lei (più forte intimò Roccus)
Ti amo ripetè (più forte, più forte)
TI AMOOOOO!
- Mamma, come finisce questa storia?
- Non lo so, forse lo scopriremo stasera.
- Ma è la storia vera tua e del babbo?
- Qualcosa di vero c'è!
- Per esempio?
- ...Per esempio che la mamma è bellissima, che le sue misure sono 90-60-90 (anche se non necessariamente in quest'ordine), che è ancora tanto innamorata del babbo, che non sa come ha fatto a meritarsi un compagno così bello, simpatico, dolce e...
- ...Pietro vieni a farmi compagnia in bagno che devo andare a fare la cacca.
"Finisce così, questa favola breve se ne va (se ne va)
il disco fa click e vedrete tra un po' si fermerà (fermerà)
Ma aspettate e un'altra ne avrete
C'era una volta il cantafiabe dirà, e un'altra favola comincerà"
P.S. Auguri amore mio!
Scrisse allora di quanto lo amava, di quanto lo stimava, di quanto lo trovava attraente. Gli scrisse che non sapeva come avrebbe fatto a vivere senza di lui, che lui, e ne era sicura, era la sua metà della mela e il suddetto menestrello non era degno neanche di fare la parte del verme (per quanto sarebbe stato un gran bel verme!). Gli scrisse che, se anche non riusciva a dimostrarglielo come lui voleva, lui era il suo pilastro, la sua ancora, il suo canotto di salvataggio. Era il coperchio per la sua pentola, l'olio nuovo sopra il pane caldo, la nota dolce nella canzone più romantica. Era per lei come l'osso per il cane o il cane per la pulce. Lo amava come non aveva mai amato nessuno.
Ti amo disse lei (più forte intimò Roccus)
Ti amo ripetè (più forte, più forte)
TI AMOOOOO!
- Mamma, come finisce questa storia?
- Non lo so, forse lo scopriremo stasera.
- Ma è la storia vera tua e del babbo?
- Qualcosa di vero c'è!
- Per esempio?
- ...Per esempio che la mamma è bellissima, che le sue misure sono 90-60-90 (anche se non necessariamente in quest'ordine), che è ancora tanto innamorata del babbo, che non sa come ha fatto a meritarsi un compagno così bello, simpatico, dolce e...
- ...Pietro vieni a farmi compagnia in bagno che devo andare a fare la cacca.
"Finisce così, questa favola breve se ne va (se ne va)
il disco fa click e vedrete tra un po' si fermerà (fermerà)
Ma aspettate e un'altra ne avrete
C'era una volta il cantafiabe dirà, e un'altra favola comincerà"
P.S. Auguri amore mio!
Post bellissimo, grazie davvero... Comunque di tutti i consigli e gli esempi che il grande Rocco ci ha dato nella sua carriera... proprio per questo dovevi optare?
RispondiEliminaP.s. per Jacopo. La storia del babbo e della mamma non è proprio andata così. Quando si sono incontrati il babbo cavalacava un dinosauro con la sua armatura da Iron Man...