lunedì 28 ottobre 2013

L'USCITA DA SCUOLA: MATERIALE UMANO E ALTRE CONSIDERAZIONI

Partendo dal presupposto che entrare e uscire della scuola elementare Bargellini, non è tra gli eventi più agevoli nella giornata tipo di una famiglia media, l'osservazione in questi due mesi mi ha permesso di studiare le varie tipologie umane che vengono a portare e sopratutto a prendere i bambini.
La scuola è grande, ci sono tanti studenti (in media 25 bambini, con due sezioni per classe, quindi stando stretti 250 alunni) e i genitori devono aspettare che i bambini scendano divisi per classe con le loro maestre. Le insegnanti devono, compito aimè arduo, tenere a bada i ragazzi, individuare i genitori (o chi per loro) di ciascuno, lanciare un bimbo verso il proprio destino e passare al prossimo. Per agevolare l'uscita, già difficoltosa per le motivazione di cui sopra, le prime e le seconde classi escono da una porta, le terze da un'altra, quarte e quinte da un'altra ancora. I genitori devono fare un corridoio per facilitare l'uscita degli studenti, cosa che succede nel 3% delle volte.
Spiegata la situazione, posso partire a illustrare la classificazione degli elementi, di cui anch'io faccio parte, che ho modo di osservare tutti i giorni:

TIPOLOGIA 1. le anticipatarie: arrivano mezz'ora prima della campanella e si mettono in pole position. Le si riconosce per lo sguardo intimidatorio che vuole informare di non provare a superarle perché c'è il rischio che ti spezzino un arto a scelta. In genere hanno le braccia conserte o si appoggiano direttamente all'infisso della porta così da non dare a pensare che sarebbero disposte a cedere il posto, posto che difendono con le unghie e con i denti.

TIPOLOGIA 2. le ritardatarie: arrivano sempre trafelate affrontando ardue prove per giungere al cortile della scuola. A volte presentano le ascelle pezzate, a volte invece si presentano tutte profumate e ingioiellate. Le ritardatarie agiscono per lo più in due modi: o temporeggiano allungando il collo per vedere se intravedono quale classe sta uscendo e aspettano timide che qualcuno impietosito dia loro qualche notizia; oppure si fanno spazio a spallate o a borsettate fino ad arrivare al cordone delle anticipatarie. Oltre non riescono ad arrivare.

TIPOLOGIA 3. le sportive: ovvero le mamme che accompagnano i figli ai rispettivi sport. Si riconoscono perchè almeno due volte alla settimana oltre la loro borsetta, si caricano in groppa anche il borsone della palestra del maschietto o la borsa di danza della bambina. In genere hanno fretta perchè la lezione inizia 10 minuti fa e abitualmente si nota che la folla si divide come le acque di Mosè per far passare queste mamme, che diversamente travolgerebbero tutti con i borsoni.

TIPOLOGIA 4. i familiari: spesso sono nonni ma sono presenti anche baby-sitter, fratelli o sorelle più grandi, zie o amici dei genitori. Tutti i sopra citati sono riconoscibili per segni distintivi molto espliciti. I nonni sono di due tipi: quelli spaesati che non hanno il coraggio di avventurarsi tra la folla e aspettano il diradarsi della calca in attesa che sia il nipote a trovare lui/lei; oppure quelli predatori ossia quelli che dietro le fattezze da nonnino/a da fiaba nascondono un lottatore di sumo e riescono sempre ad arrivare davanti alla porta di uscita superando anche l'anticipatario che si fa impietosire da quell'aria fragile del progenitore. Ho visto nonne cinesi conquistare terreno mettendo piede sul suolo della scuola. I fratelli o sorelle più grandi si individuano fuori dai cancelli della scuola, seduti su qualche gradino. Hanno sempre in mano un cellulare e litigano chattando con il fidanzato/a di turno. Zie, baby-sitter e amici dei genitori, risultano spesso disorientati e in attesa del bambino da ritirare, pensano che in quella scuola i loro figli non ci metteranno mai piede. Si riconoscono anche dalla frase che sono soliti dire, tenendo stretto lo studente per il braccio, boia, ma è sempre così, l'uscita?

TIPOLOGIA 5. le ansiose: i bambini di questa tipologia hanno abitualmente un problema diverso ogni giorno, per cui è vitale e indispensabile per il bene dell'alunno che ogni giorno il genitore debba parlare con la maestra.

TIPOLOGIA 6. le sbarratrici: tra le tipologie peggiori, si fanno strada abbattendo chiunque si trovi sul percorso e fanno tappo ostruendo vista e passaggio. Spesso si tratta di mamme straniere che non capiscono l'italiano o fanno finta di non sentire gli improperi che il corridoio umano lancia alle loro spalle. Ho visto reazioni di menefreghismo e indifferenza anche di fronte all'urlo togliti budello!

TIPOLOGIA 7. i babbi: in genere aspettano in fondo. Alcuni sono perfettamente visibili per altezza anche da dietro i cancelli. Alcuni hanno stabilito con i figli una sorta di richiamo a ultrasuoni al quale rispondono, nonostante il caos primordiale che regna nel cortile. Pare che anche le maestre sentano il richiamo (una sorta di fischio leggerissimo) e scaraventino il bambino verso l'uscita, certe che andrà in buone mani.

TIPOLOGIA 8. le polemiche: iniziano sempre una conversazione con l'incipit noma vogliamo parlare di...
Ne hanno per tutti: le maestre, la struttura, i genitori, il preside, l'orario, i compiti, i voti. Spesso e volentieri, parlando, mettono le pulci nell'orecchio di altre mamme che, recuperati i figlioli li interrogano sulla questione e ci perdono il sonno fino a scoprire che forse, era solo un'idea del genitore polemico. Fa parte del genitore polemico anche la mamma chioccia che protegge il figlio a costo della sua vita: se prende un brutto voto è colpa della maestra, se prende una nota è colpa di qualche compagno, se dà un cazzotto ad un altro studente è lui che, accidentalmente, è caduto sul suo pugno.

TIPOLOGIA 9. le primine: sono le mamme dei bambini che hanno iniziato la prima elementare e si dividono in 3 sottocategorie. 

  • Quelle che una volta preso il figliolo non ce n'è per nessuno: si caricano lo zaino in spalla, tolgono il grembiule al bambino, lo sfamano e lo dissetano con la merenda, gli chiedono come è andata la giornata, se ha preso voti, magari gli danno anche una pettinata. Il tutto ferme in mezzo al corridoio umano; gl'importa una sega a loro, tanto il bambino l'hanno preso. 
  • Quelle che stanno buone buone, spalle al muro, allungando il collo ogni tanto per vedere quale sezione sta uscendo. In genere la sezione che è pronta ad uscire è proporzionale alla posizione raggiunta dalla mamma. Se è vicina alla porta, il figlio è l'ultimo ad uscire e viceversa. 
  • Quelle che prima sono andate a prendere l'altro fratellino (o sorellina) alla scuola materna e quindi hanno da badare anche al piccolino/a che sguscia, s'infila tra la gente e si perde. Queste mamme sono riconoscibili per il tono di voce alto, serio e severo: in genere non solo non vengono ascoltate ma vengono anche beffate dagli stessi figli. 

TIPOLOGIA 10. l'incrocio: la tipologia peggiore, in assoluto. Temuta dalle maestre e paventata dagli altri genitori. Ci sono le anticipatarie-sportive-polemiche, o le ansiose-sbarratrici. Ma quelle più allarmanti sono le primine (con figliolo piccolo a carico)-ritardatarie-ansiose. Alcuni genitori veterani raccontano leggende su questa tipologia, parlando a bassa voce pur di non farsi sentire da eventuali seguaci che potrebbero nascondersi ovunque.
Ne facciamo parte io e poche altre. 

Ora vado perchè sono già in ritardo: devo prendere Pietro, andare da Jacopo, e parlare con la maestra...


martedì 22 ottobre 2013

INDOVINA INDOVINELLO SECONDO PIETRO

Ultimamente ci capita, non avendo nulla di interessante da guardare in tv, di lasciare spento l'infernale aggeggio e di giocare a Indovina Indovinello. Osservare il gioco, è interessante per me perché mi aiuta a scoprire le diverse dinamiche che seguono i miei figli e da cui ho dedotto che, specie, Pietro ha una indole anarchica. Nonostante il gioco sia molto semplice, Pietro segue delle regole tutte sue che pratica inflessibile con meticolosa diligenza.
Ve le  illustro qui sotto.

1. Inizia lui che è il più divertente. Il fatto che il resto della famiglia rida alle sue spalle non gli importa. Si ride e questo gli basta per definirsi l'unico elemento di spasso in questa famiglia tediosa.

2. Non bisogna interromperlo mentre enuncia la filastrocca "Indovina, indovinello che animale ho nel cervello" perché se no ricomincia. Non valgono le risate, le occhiate furbette, le parole dette sottovoce. E non bisogna respirare troppo forte, se no ricomincia uguale.

3. Conosce pochi animali e se ne ricorda ancora meno quindi lui è l'unico autorizzato a cambiare animale in corsa. Se ad esempio, pensa la lucertola e la prima domanda di un giocatore è: quanto è grande? E la risposta risulta piccolo; la seconda domanda: è verde? Si, la risposta all'indovinello sarebbe naturale senonché, alla fine del gioco la bestia pensata è la pecora. Tocca arrendersi e farsi una risata.

4. Può succedere anche che Pietro si dimentichi l'animale pensato in origine e quindi il gioco si svolge, in breve, così: è piccolo? si, è verde? si, è la lucertola? ... NO. E dopo aver enumerato tutte le bestie di media e piccola taglia, comprese quelle estinte e quelle fantastiche, alla dichiarazione ci arrendiamo, la soluzione è "ma era facilissimo, la lucertola!". In questo caso bisogna fare attenzione che il figliolo grande, non ricorra alle mani per ricordargli che lui l'aveva detto subito che era la lucertola e che non cerchi di insegnargli le regole del gioco tirandogli pugni in testa (per inserire bene le regole nel cervello, mica per altro). 

5. Sempre a proposito del punto sopra, non solo conosce pochi animali ma ignora del tutto le loro abitudini. Le mucche vivono sul tetto, i somari volano e il velociratto vive tutt'ora e lo si può avvistare nelle foreste di Badia Prataglia.

6. Trascura le regole di base quindi non bisogna mai fargli la domanda giusta (che animale hai pensato?) se no lui angelico ti dice l'animale pensato, che in linea di massima è sempre il coccodrillo.

7. Quando non tocca a lui, in genere finita la filastrocca iniziale si arrende.

8. Se non si arrende non ascolta gli indizi.

9. Non ascoltando gli indizi, enumera oltre ai 4 o 5 animali che conosce, il tavolo, la sedia, il cuscino ed altri complementi d'arredo.

 10. Il gioco finisce quando il bambino crolla addormentato in qualche posizione di cui allego qualche fotografia.





Domenica scorsa, volendo variare un po' le nostre serate, mio marito ha deciso di insegnare ai bambini un nuovo gioco da fare a cena. Il gioco del se fosse.
Uno pensa ad una persona che si conosce tutti e gli altri giocatori facendo domande tipo se fosse un colore, o un cartone animato, o un mestiere o un animale che cosa sarebbe?  devono indovinare. 
Vi lascio immaginare cosa è venuto fuori. Pietro si è alienato pensando che di lì a poco gli sarebbe toccato accompagnare il fratello al bagno e Jacopo ha iniziato a polemizzare dicendo ma non è un animale, ma non è un colore, è una persona!
D'ora in avanti, temo, sarà opportuno tornare al gioco del vince quello che per 10 minuti non chiama né babbo né mamma!

martedì 15 ottobre 2013

L'AMORE AL TEMPO DEI BAMBINI



Che tutte le cose cambino con il passare del tempo, è chiaro a tutti ma mi sono resa conto come anche i tempi e i modi di vivere l'amore siano cambiati da quando ero piccina io. Francamente io, fino ad elementari finite, non ho avuto la facoltà di confessare in famiglia di avere una simpatia perché ero "troppo piccola per fidanzarmi". Dalle medie in poi, ho deciso che non era necessario confessare proprio tutto, in famiglia.

Ma oggi è diverso: Jacopo, per esempio, è "ufficialmente e felicemente fidanzato" con S. (non rivelo il nome per questioni di privacy). E' fidanzato in casa, nel senso che lei è venuta a casa nostra e lui a casa sua, luogo dove si sono scambiati una sorta di promessa regalandosi a vicenda, un dinosauro di gomma e promettendosi che da grandi avrebbero fatto i paleontologi insieme. Se questo non è un impegno, allora...Lei gli ha fatto sapere che si sbrigasse a decidere il giorno in cui sposarsi perché potrebbe avere degli impegni. Si sposeranno di lunedì, ma quando saranno grandi: mio figlio è un ragazzo assennato, non affretta le cose. 
Lei è molto, molto carina: bionda, occhioni da cerbiatto, ottima famiglia (per chi avesse conosciuto la mamma, può spiegarsi facilmente perché mio marito favorisca questo amore...). 

Torniamo, per un attimo, indietro ai tempi del secondo anno di scuola materna: a mio figlio non gli ci stava nessuna anche se, core de mamma, è tanto bellino anche con quella ruga perenne in mezzo alla fronte. Prima c'è stata la sbandata per A. boccoli biondi e occhi azzurri, davvero bella ma troppo grande per lui: un anno vuol dire a quell'età, e poi lei aveva la passione per Pietro in quanto bambolotto da prendere in collo e portare a casa. Poi c'è stata la D.: un amore anche lei ma, purtroppo, la prima vera delusione; alla domanda "mi ami?" (perché il mio è anche un ragazzo serio, non è uno da "un pomeriggio a giocare" e via!) il NO secco della bambina l'ha messo a tacere e con lui il desiderio di trovarsi una compagna. 
Nel frattempo, a detta di altre mamme, Jacopo ha spezzato qualche cuore: c'è stata la G. che ogni volta che lo vedeva lo metteva spalle al muro per riempirlo di baci, allontanata con l'asserzione "sei troppo piccina per me, ne devi fare di strada ancora". Poi c'è stata l'I. e la M. che, probabilmente per emulazione dell'altra, gli correvano dietro aiutando la G. perché lei potesse riempirlo di sbaciucchi.
Passa un anno e arriva Lei. O meglio, Lei c'era già ma io voglio immaginarmi il loro incontro così: pensate a una classe qualunque di una qualunque scuola materna, con i tavolini colorati, le seggioline piccole e 25 bambini che fanno chiasso e giocano. Lui disegna, Lei anche. Sono seduti a due tavoli diversi. Lui, che è chiamato l'Artista, perché disegna bene, si alza per andare dalla maestra a mostrare il suo piccolo capolavoro. Nel contempo butta un occhio sul foglio dell'altro individuo (che lui non ha ancora focalizzato come appartenente al suo universo, trattandosi di femmina, genere al quale ha deciso di disinteressarsi, almeno per ora). Guarda il disegno e vede che si tratta di un dinosauro dal collo lungo, colorato di rosa. Bellissimo. Poi lui guarda Lei e si accorge che non solo è una bambina ma è anche parecchio budina (termine coniato da Jacopo per definire una bella ragazza). "Che bel dinosauro!" "Anche il tuo" "Lo sai, che io a casa, ho un dinosauro enorme?" "Anch'io" "Ma tu cosa vuoi fare da grande"...Si scambiano le prime parole ed è subito amore. Galeotto fu, quindi, l'Apatosauro rosa.
Chi li ha visti ritrovarsi dopo le vacanze, racconta di lui che dice "C'è la S." e inizia a correre. "C'è Japoco", dice Lei, volando di corsa nel vialetto dei giardini, per finire in un lungo abbraccio pieno di baci e di carezze innocenti. 
Li ho visti parecchie volte anch'io e con la mamma della S. si sorride di questo amore infantile e ingenuo che però fa tanta tenerezza. Specie perché i due innamorati sono costretti a portarsi dietro la piccola palla al piede di pelo rosso che, non avendo ancora trovato la sua compagna, si incastra sempre nel mezzo. A guardarli c'è anche da ingelosirsi perché un amore così delicato non si può più provare, da adulti. 
A questo punto sorge spontanea una riflessione: ma chi ha detto che c'è un tempo per ogni cosa? Ma soprattutto, chi dice che i bambini di 5-6 anni sono troppo piccoli per provare dei sentimenti? 
Chi lo pensa è perché non ha mai assistito ad un bambino che NON da un bacio sulla bocca alla sua mamma, perché lui è già fidanzato. Non ha assistito alle prime risse con il compagno che vuole "rubargli" (senza speranza, oserei dire) la sua bella. Non ha mai assistito al pezzettino di cuore che entrambi hanno riservato per l'altro. 

Certo non mi aspetto di vederli all'altare: chissà quanti bambini prima e ragazzi poi, incontrerà la S. e quante compagne interessanti troverà Jacopo. Ma, a me, non mi toglierà mai nessuno l'immagine dolcissima di S. che tiene per mano Jacopo e Pietro, camminando sul vialetto dei giardini, in un caldo pomeriggio di fine estate.

venerdì 11 ottobre 2013

10 MOTIVI PER CUI TI MANDO A SCUOLA



Questi 10 punti sono stati scritti (e pubblicati su FaceBook) nei primi giorni di scuola del mio figlio maggiore Jacopo che ha iniziato l'avventura della scuola elementare. Ho sentito l'esigenza di scrivere dell'importanza della scuola, perchè ultimamente ho letto tanti post su blog privati, o articoli che inneggiano all'abbandono della scuola "classica" per una Homeschooling, la scuola fatta in casa. Sulla carta, non sarebbe poi un'idea malvagia, i bambini ne sarebbero entusiasti: niente sveglia presto, niente compiti, libertà totale, niente grembiuli, niente voti, niente permessi. Ma a me non piace. Dietro la sveglia, il grembiule, il permesso di fare qualcosa (per esempio la pipì), c'è sempre una motivazione che i bambini devono acquisire perchè gli servirà da grandi. E spesso chi grida (virtualmente s'intende) "No alla scuola, si alla libertà dell'individuo", ignora queste motivazioni o le fraintende. Il grembiulino, per esempio, che ho letto serve solo a omologarli e renderli tutti uguali magari serve solo a coprire la camicia della Guess del bambino ricco e la maglietta usata dai tre fratelli più grandi del bambino meno abbiente. E' vero, sono tutti uguali nel bene e nel male: si abitueranno ad emergere per la loro personalità e non per come si presentano (o più spesso come le mamme vogliono che i loro figli si presentino). Queste mamme alternative isolano i loro figli dalla massificazione, dal ruolo passivo dei ragazzi e dalla competitività che la scuola, a loro avviso, avrebbe come unico scopo insegnare. Dietro questi 10 punti (scritti per lo più per far ridere il mio bambino, che sa quello di cui sto parlando) si nasconde il valore e la responsabilità che IO conferisco alla scuola. Con questo, io come mamma e mio marito come babbo, non ce ne laviamo le mani: siamo corresponsabili dell'educazione di Jacopo e di Pietro perchè diventino dei ragazzi e degli adulti capaci di stare al mondo serenamente e senza troppe rinunce.

1) Perchè la mamma, da qui in avanti non è più in grado di insegnarti quello che è importante ed è più logico che lo faccia qualcuno con esperienza e dedizione.

2) Così passa su di te la responsabilità che tuo babbo ha messo sulle mie spalle fin'ora, di leggere quei 2500 libri (senza figure) che sono in casa (e che tuo babbo continua a comprare sperando di far uscire me, prima o poi).

3) Perchè mi piace tanto leggervi le favole alla sera, ma finalmente potrai presto aiutarmi anche tu: la voce dell'Orco nella fiaba di Pollicino ha bisogno di un timbro maschile. Indubbiamente mi riesce meglio la strega di Hansel e Gretel.

4) Che tu voglia fare il biologo marino, il medico, il dentista, il panaio o il contadino, la matematica e l'italiano sono fondamentali. Ti serviranno anche a ricordarmi di rimettere nel tuo fondo i soldi che ogni tanto ti tolgo quando il mio fondo Fashion è in rosso (e poi ti rimetto sotto minaccia del babbo).

5) Perchè la mamma e il babbo hanno sempre cercato di insegnarti quelli che pensano siano principi solidi ma ora, vivendo con altri bambini e adulti avrai più chiaro quello che fin'ora era solo teoria.

6) Perchè per essere davvero un individuo libero nel pensiero devi leggere, conoscere e sopratutto devi far venire fuori tutta quella curiosità che, fortunatamente hai preso da tuo babbo. Fatti sempre domande e impara a cercare le risposte.

7) Perchè in questa società ci sono tante cose che non vanno ma bisogna prima conoscerla bene, imparare le regole, rispettarle per riuscire a cambiare qualcosa.

8) Perchè per essere un vero POLEMICO bisogna conoscere bene l'argomento che si polemizza: tu hai bene chiaro in testa il tono di voce, "l'assetto facciale" e la postura, ma ancora ti mancano gli argomenti. Potrai esercitarti con me, non preoccuparti. Sarò un degno avversario!

9) Perchè non ti farai più fregare da tuo babbo quando ti racconterà che il gatto schiacciato dall'auto si era solo truccato per la sagra del gatto morto. Potrai leggere i cartelli per la strada e vedere che lì intorno c'è solo la sagra della ranocchia o del cinghiale.

10) Perchè ci siamo andati tutti a scuola: è un percorso emozionante, ricco di stimoli e necessario per diventare tutto quello che vuoi diventare. Pensa che c'è qualcuno a cui viene addirittura voglia di farlo per mestiere. Di insegnare con passione, intendo. Io qualcuno l'ho incontrato sulla mia strada e ancora lo ricordo perchè mi ha insegnato a diventare la donna che sono. Ti auguro di incontrarne almeno uno/a.

E ora alzati, vai, che siamo già in ritardo.

giovedì 10 ottobre 2013

10 OTTIMI MOTIVI PER NON FARE UNA FESTA DI COMPLEANNO FAI DA TE



1) LE CIBARIE
40 schiacciatine con mortadella, 40 con prosciutto cotto, 30 con salame, 101 pizzette, 70 salatini con wurstel, 64 con olive, 58 tartine con patè di olive, 58 con crema ai carciofini, 38 panini dolci con Nutella, 80 pezzi di torta al limone con crema al limone per 25 bambini e 26 adulti. Il tutto rigorosamente fatto in casa. Non sto dando i numeri anche se questi numeri mi hanno dato alla testa.









2) I PALLONCINI
30 palloncini a cuore rossi gonfiati (con la pompetta) aiutata da mia mamma che li ha legati con il sottofondo delle mie imprecazioni. Penso di aver tirato giù tutto il corollario dei santi conosciuti.
CONSIGLIO: Non comprate mai i palloncini a cuore della Coop, perchè rischiate di incastrarvi un dito che assumerà nel giro di qualche secondo, un colorito bluastro, che non va di moda. Almeno quest'anno. Se decidete comunque di fare di testa vostra e poi, vostro figlio (come ha fatto il mio) vi dirà che i palloncini a cuore sono da femmina e voi li avete pagati 3.50 € a pacco dove ce ne sono 10, pensando di fargli cosa gradita, mi penserete inventando qualche imprecazione nuova di zecca.
3) I GIOCHI
150 caramelline e cioccolatini e 30 marionette da dito confezionati in 30 bustine e sistemati in un bustone mischiati con palline di carta di riciclo. Il gioco consisteva nell'arrivare il più velocemente possibile, 4 alla volta, con un cucchiaio in bocca e trasportando una pallina (dentro il cucchiaio), al bustone e cercare la sorpresa. A nulla è valso dire ai bambini che nessuno vince e nessuno perde, e la sorpresa c'è per tutti. Non appena il primo bambino ha tirato fuori il pacchettino, si è scatenato l'inferno. Sono stata risucchiata da 25 bambini e bersagliata dalle palline di carta, mentre mio marito osservava compiaciuto che era meglio lasciarli giocare a calcio nel campino.


4) I TRUCCHI
Piacevole e divertente per me. Mi piace farlo e mi piace vedere i bambini contenti quando si guardano allo specchio. La parte divertente è sentire i bambini da cosa vogliono essere truccati. I più popolari alla festa sono stati: pirata, farfalla, arcobaleno, il cucciolo della carica dei 101, uomo con occhiali e baffi, principessa. Mi è stato chiesto l'ippopotamo, lo squalo, il dinosauro, Biancaneve. Per la prossima festa mi eserciterò nel pitturare la Gioconda, anche se prima o poi Jacopo lo voglio truccare da Urlo di Munch.

5) IL CORTILE
Nella stanza che abbiamo affittato, c'è un grosso cortile, un giardino e un campo di calcio. Pietro a metà festa si è incastrato tra i rami di una pianta. Devo fare le mie rimostranze alla scuola materna che non insegna ai bambini di città a sopravvivere alle natura incontaminata e alle piante che, non solo vanno addosso ai bambini ma li inglobano anche, cercando di mangiarseli. Mica posso fare tutto io, ci pensassero un po' loro.

6) I REGALI
Per consolare il bambino redivivo, sopravvissuto allo scampato pericolo della pianta, e forte dell'esperienza di altre feste, dico ai bambini di sedersi tutti per terra, e ogni bambino uno per volta, può dare il suo regalino al festeggiato. Il risultato è stato simile al punto 3. Comunque tanti bei regalini, azzeccati e apprezzati.

7) LA TORTA
5 Kg, due strati di pan di spagna farcita con crema chantilly, ricoperta di cioccolato, con qualche fiorellino di zucchero azzurro e la cialda di Spiderman, ordinata alla Coop. Al richiamo "ora c'è la torta" 25 bambini di 4,5 e 6 anni si affollano intorno al tavolino soffocando i povero Pietro e scardinando la scatola. Una volta estratta la torta dalla confezione e dopo l'OHHHHH di rito è partita l'asta al "Io voglio". A posteriori avrei dovuto far mettere un prato di fiori azzurri, uno Spiderman con tre teste, 8 braccia e 5 moto. Solo una bimba (una delle amichette di Pietro tra le mie preferite) mi ha detto "mi dai un pezzo di torta senza niente?". In ogni caso tutti e 25 hanno messo almeno un dito nella torta prima di avere la loro fetta.

8) LO SPUMANTE
2 bottiglie di spumante secco e uno dolce, per gli adulti. Lasciato nel frigo a rinfrescare fino alla fine della festa e riportato a casa ancora chiuso.

9) I COMMENTI
Le mamme: una volta posato il coltello con cui ho tagliato la torta, hanno riniziato a respirare e hanno detto "tutto buono". E' piaciuta l'idea dei cestini dove ho posizionato le cibarie e il sacchettino con le caramelle. Qualcuna mi ha dato dell'artista per i trucchi. Un mamma mi ha persino detto "Complimenti per la pazienza". Credo fosse una presa per il culo.
Il suocero: "Raffaella è troppo nervosa".
Il marito: (in riferimento alle 25 dita nella torta) "fosse stato per avrebbero potuto mangiare la torta con le mani".
Mia mamma: "Certo non si può dire che tu sia stata un budda, ma sfido chiunque con quel casino".

10) CONCLUSIONI:

  • Non sono fatta per gestire più di due bambini alla volta e spesso e volentieri non riesco neanche a gestire i miei che, peraltro, sono due. 
  • Quello che si può permettere a tre bambini non si può permettere a 25. 
  • Ho scoperto da chi Jacopo ha preso la vena drammatica che adotta ogni qualvolta si trova in difficoltà. Da me, naturalmente.


Comunque la festa è andata bene, le mamme e i babbi hanno portato via i loro figlioli incolumi (con un palloncino a cuore a testa nonostante fossero quasi tutti maschi), Pietro è stato contento, Jacopo si è impossessato del flipper regalato al festeggiato da un amichetto promettendo a Pietro che qualche volta l'avrebbe fatto giocare e io mi sono portata a casa un grandioso mal di testa e la convinzione che la prossima festa si farà quando si sposeranno.
co-co-mamma


lunedì 7 ottobre 2013

AL MIO PICCOLO DI PELO ROSSO



Per te che quando sei nato, l'ostetrica mi ha detto "Oh bellino, ha i capelli rossi!" e io ho pensato "Oh cazzo, ora come glielo spiego a Luca?"...

Per te che nel chiasso di venti neonati urlanti, dormivi beato con i pugnetti fuori dalle copertine e la tua cresta di capelli rossi e tutti si fermavano a guardarti da dietro il vetro...

Per te che ti addormenti nelle posizioni più scomode e non ti ritrovo mai la mattina come ti ho lasciato la sera...

Per te che tutti i difetti li hai presi da me e tutti i pregi da tuo babbo, chissà come mai...

Per te che tutti dicono che assomigli a tuo nonno Sergio e invece sei preciso me, da piccina...

Per te che ti sei sentito dire da una sconosciuta "Ah, se io avessi un figlio con i capelli rossi, non so cosa farei, vedrai lo prenderanno tutti in giro!" e invece sei bello come il sole con quel colore che ha il grano maturo...

Per te che sei un mucchietto d'ossa ma sulle spalle inizi a pesare...

Per te, che con me hai un legame speciale forse perchè all'inizio non ti ho amato abbastanza e ora c'ho da recuperare...

Per te che dispensi baci a tutti e sorridi con quelle simpatiche fossette sulle guance...

Per te che fino a due anni parlavi poco e male e ora non ti fermi più...

Per te che inizi gran parte delle tue frasi con un "Ti ricordi...", magari per rammentare qualcosa che è successo il giorno prima, come se avessi un passato di anni di esperienza...

Per te che ti tocca fare compagnia a tuo fratello mentre è seduto sul wc a fare la cacca, però, quando puoi, giochi a spadaccino insieme a lui con la pipì come se fosse una spada (per la mia gioia che poi devo pulire tutto il bagno)...

Per te che hai finito i giochi di tuo babbo che avevano resistito per ben 30 anni e sei riuscito a rompere gran parte dei Play Mobil, che pensavo fossero indistruttibili...

Per te che mi chiedi tutti i giorni, uscito dall'asilo, "mamma stasera ci leggi una storia, se non facciamo tardi?" e poi ti addormenti quando canto "A mille ce n'è nel mio cuore di fiabe da narrar"...

Per te che sei nato da quattro anni e mi sembra ieri...

Per te che quando il babbo ti dice "Dì grazie alla mamma" tu parti con la poesia che hai imparato a scuola per la festa della mamma e mentre gli altri ridono, a me vengono i lucciconi aspettando di sentirti dire
"Stringimi forte al cuore, la vita insieme è bella: io sarò il tuo cielo azzurro e tu sarai la mia stella"...

Per te che sei popolare fra i bambini come una cotoletta con le patatine fritte o una pizza margherita, e mi tocca fare una festa con più invitati che al mio matrimonio...

Sono per te, oggi, tutti i miei pensieri.


Goditi questa festa Pietro Ermes, perchè fino a 18 anni non ne avrai un'altra così!
La tua co-co-mamma

venerdì 4 ottobre 2013

10 COSE CHE DOVETE SAPERE DI ME



1. Mi piacciono i concetti espressi in 10 punti.
2. Mi piacciono frasi brevi e tanti punti. Sia grammaticalmente che concettualmente.
3. Sono acida, polemica e qualche volta cattiva. Sappiatelo.
4. Ho due figli maschi, un marito, un suocero, un cognato.  Cinque contro uno: questo basti a spiegarvi il punto di cui sopra.
5. Mi piace la tecnologia anche se non mi piace la matematica.
6. Non mi piacciono gli estremismi, sono per il quieto vivere, il buon gusto, la decenza e sopratutto le decisioni prese seguendo il buon senso.
7. Sono una gran chiacchierona.
8. Sono ipocondriaca, non tanto ma il giusto per far imbestialire mio marito.
9. Sono innamoratissima del suddetto e dei miei figli anche se loro (il figlio grande primo fra tutti) con fare drammatico sostengono il contrario.
10. Adoro le scarpe. Tutte le scarpe. 

Detto questo, alcuni punti meritano una spiegazione. Partiamo dal 1°: ho una mente schematica quindi la mia vita è tutta organizzata dal mattino alla sera, la casa è piena di bigliettini appesi qua e là e il calendario pieno di ore e appuntamenti. Scrivo tutto: la spesa, le visite mie e dei bambini, i compleanni, insomma tutto. Se mi si stacca un bigliettino, la mia vita subisce una detonazione e tutto crolla. La mia memoria è  fatta a scatoline: il fatto che poi queste scatoline siano come i comodini dei miei figli (zeppe di roba che quando cerchi qualcosa non la trovi mai), è irrilevante. Nel caso mi torna utile Luca, mio marito, che memorizza tutto della sua vita e della mia. Lui è, concretamente, la mia memoria.  Meno utile, invece, risulta in caso di litigio perché il suddetto marito riporta cose che non ricordo di avergli detto, cita nomi, cognomi, misure, indirizzi e numeri di telefono. Probabilmente anche inventando qualcosa, tanto io non me lo ricordo.

Mi piacciono frasi brevi e punti: sono d'impatto. Cerco di limitarmi con i tre puntini e con i punti esclamativi: alcune persone tendono ad esagerare tanto da avere in una frase poche parole e un sacco di punti. Concettualmente trovo che le cose corte siano più facili da ricordare, sempre per quel problema di carenza di memoria che ho. 
Punto 3: che sono acida e polemica me lo dice mio marito, probabilmente sarà vero. E' che non riesco a non dire la mia. Facebook, per esempio, mi ha cambiato la vita: sono molto attiva, scrivo post e commento. Alcune volte leggo link che alcuni amici pubblicano su argomenti che mi stanno a cuore e mi verrebbe voglia di rispondere malamente. Poi conto fino a dieci e, nel frattempo, decido di aprire un blog. Che sono cattiva lo dico io, fa molto ROCK ma in realtà mi commuovo per qualsiasi cosa: una canzone, un film, mi vengono i lucciconi quando uno dei miei figlioli fa qualcosa di emozionante. Certo, in alcuni casi è capitato di trovarmi da sola a discutere con 5 uomini (per esempio sulla necessità di giocare a palla in salotto o sulla esigenza di avere un fucile o una pistola giocattolo) e di avere voglia di buttarli tutti fuori di casa.
Punto 5: odio la matematica, conto ancora con le dita, non mi riesce di arrivare al mese successivo senza avere già un ammanco nel fondo fashion. Però la tecnologia mi piace. Tanto. E detesto tutti quelli che ne prendono le distanze ma hanno un cellulare sempre connesso, che non sanno come si scrive IPad ma curano un Blog, che portano i bambini al parco e li lasciano su una panchina a giocare con il Nintendo. Il punto 6 è direttamente collegato al 5:  leggendo con curiosità alcuni link pubblicati da amici su Fb (su vari argomenti che variano dalla politica, alla società passando dall'educazione alternativa, medicina e bambini) mi sono resa conto di quante pluralità di pensiero ci siano. Purtroppo la maggior parte estreme e scandalose. Quindi mi sono domandata: perché non posso aprire un Blog totalmente inutile, per raccontare le cose che faccio (spesso inutili anche quelle)? E' un po' come un scrivere un diario, mi son detta. Una VirtualSmemoranda.
Il punto 7 si può tralasciare: non ha bisogno di altre spiegazioni.
Punto 8: ultimamente ho un fastidio alle ghiandole della parotide, non sono ingrossate ma mi pizzicano, poi ho un po' male all'orecchio sinistro. Nell'ordine ho avuto l'AIDS, neoplasie varie ad organi vari, lupus eritematoso, artrite reumatoide, sindrome di Ménière, paresi facciale. Ora chiedo a mio marito. Senz'altro lui se ne ricorda qualcun'altra. Luca, però, sostiene che sarò io a seppellire lui. 
Circa il punto 9, se non ci sono dubbi sul genitore dal quale il figliolo grande, Jacopo, ha preso la vena polemica, resta da chiarire da chi abbia preso, invece quella drammatica. Io qualche suggerimento l'avrei.
Punto 10. Le scarpe. Ah! Le scarpe. Mi piacciono, specie quei tacchi vertiginosi che portano le modelle nelle sfilate. Ne ho un paio, favolose: immaginate un sandalo, con un minuscola striscina nera di pelle che si appoggia sulle dita e una striscia di cristalli Swarovski che si lega alla caviglia. Tacco 12 . Il problema è che io sui tacchi non ci so camminare. Non più almeno. 
Quelle scarpe rimarranno il sogno erotico di mio marito.

Sul fatto che sia una mamma disordinata, confusionaria (a volte anche confusa), atipica come il mio contratto lavorativo, sorvolo. Sono una co-co-mamma. Trascurabile anche la facile ironia che farà Luca quando leggerà la frase.


Il prossimo post verterà sull'organizzazione della festa di compleanno del figliolo piccino, Pietro, in cui dirò in 10 punti il perché non organizzerò MAI PIU' una festa di compleanno.