martedì 18 febbraio 2014

GENITORI IMPERFETTI

PREMESSA: Oggi pomeriggio, martedì 18 febbraio, c'è il ritiro della prima pagella di Jacopo e il colloquio con le maestre della materna di Pietro. 
Tralasciando l'incrocio di impegni, poteva e doveva essere una bella giornata. Emozionante. Eccitante.
Jacopo è un bravo studente, a giudicare dai quaderni almeno. E' ordinato, intelligente, educato e rispettoso. A parte le polemiche del lunedì. A parte il fatto che per lui la scuola non serve a nulla. A parte che lui le cose che ha imparato, le ha imparate da solo.
Pietro, nonostante il capello da diavoletto pare molto attivo all'asilo. Anzi lui è il capo della banda...
Insomma, l'idea era di fare i due colloqui, passare a ritirare il regalo a casa del nonno e poi vederli spacchettare col petto gonfio e la coda aperta il giusto e meritato premio.

ANTEFATTO: Ore 20.35 del giorno prima. Lavati i denti e infilati i pigiami i piccoli delinquenti giocano andando verso la camerina, da veri bambini medi: mani dentro le mutande a gingillarsi il pisellino. Ognuno il suo.
E poi Jacopo tira fuori lo sfondone n. 1 e rivolto a Pietro dice "CIUCCIAMI IL PISELLO!"

REAZIONE: Io mi gelo. Per un attimo. Poi faccio finta di niente e continuo a preparare i letti per la notte. 
Mio marito inizia a fumare dalle orecchie. Cos'hai detto? Niente, niente.
Il bambino accusa il colpo, si rende conto di averla sparata troppo grossa...Luca affila i denti Ripeti quello che hai detto alla mamma! 
No. 
Ripetilo! 
No, ho paura.
Rapido esame di coscienza: mio figlio ha paura di me. Vabbè. Questo lo si vede più tardi.
Ripetilo! 
Ho detto ciucciami il pisello 
Cosa? 
Ciucciami il pisello 
Cosa? 
Ma siete sordi? Ho detto ciucciami il pisello! 
Ecco. L'ha detto. Avevo sentito bene. Non ha detto ciucciami il calzino. Ha proprio detto ciucciami il pisello. Cazz...
Ma è un modo di dire, per me vuol dire un'altra cosa! 
E cosa vuol dire di grazia? 
Toccami il pisello!
Aaahhhhh! Allora questo cambia tutto...
Io e Luca, senza metterci d'accordo facciamo il giochino del poliziotto buono e di quello cattivo: insomma una cosa alla Arma Letale. Lui impersona Mel Gibson, io Danny Glover. Spero di essere all'altezza, non sono abituata a fare la parte della buona...
Mio marito si avvicina minaccioso alla peste Dove l'hai sentito, chi te l'ha detto? Nessuno l'ho inventato io. Il bambino diventa piccolo piccolo.
Non è possibile: è una frase che non hai mai sentito in casa!
Questo è vero. Io, ormai è chiaro a tutti, non sono una signora. A dir la verità sembro più uno scaricatore di porto. "Merda!" è un intercalare tutto mio. A volte mi capita di disturbare anche qualche santo del creato ma questa frase, veroiddio, da me non l'hanno mai sentita. Io non ce l'ho neanche il pisello! Stavolta sono stata dispensata. Luca, più fine e colto di me non è stato neanche preso in considerazione nella ricerca del maestro del crimine. 
Jacopo non puoi averla inventata tu questa frase dico io restando calma. Se ci dici da chi l'hai sentita se ne parla con calma...
Ma perché se vi dico la verità voi non mi credete? Non l'ho sentita da nessuno.
Attimo di silenzio. Luca urla Cosa fai ci prendi in giro? Vergogna! Scordati qualsiasi premio domani per la pagella... e se ne va dalla stanza. Jacopo piange. Tossisce. Piange più forte. Pietro zitto zitto si mette a letto, si copre fino alle orecchie e ascolta. Per fortuna stavolta non tocca a lui. 
Jacopo ma ti rendi conto di cosa hai detto? Prova a immaginare la scena...
Fa schifo! risponde lui con gli occhioni bassi, e poi dice lo sfondone n. 2 Lo sanno tutti che fa schifo! 
Tutti chi? 
Quelli della mia età...dal pisello si fa la pipì che è una cosa che puzza...
Mio marito ritorna come una furia urlandomi Allora lo vedi che ci prende in giro? 
Jacopo, dico io non so come mantenendo l'autocontrollo quindi l'hai detto tu che ne avete parlato con i tuoi compagni... 
No. Non è vero! Non ne abbiamo mai parlato. 
Inizio ad alterarmi anch'io. Jacopo il pisellino, la patatina, le pocce, grandi o piccole che siano sono una cosa personale...
Ma l'hai detto tu che dobbiamo aprirci il pisellino!
E ti pareva che alla fine non fosse colpa mia! 
Va bene. Allora mettiamo in chiaro le cose una volta per tutte. Tu e Pietro potete toccarvi il pisellino. Ognuno si tocca il suo, però. Io e il babbo possiamo toccare il pisellino a te e a Pietro per lavarvi. Tu e Pietro NON POTETE toccarvi il pisellino a vicenda. Tu NON PUOI toccare il pisello al babbo, a G. o a qualsiasi altro maschio con cui vieni a contatto. NON PUOI toccare le chiappe e le pocce né a me né a qualsiasi altra donna o bambina da qui a quando capirai che loro non sono d'accordo nel farselo fare. Quando avrai una fidanzata, verso i 40-45 anni, allora sarà diverso.

Ma io sono piccolo! Quando vi abbraccio vi devo per forza toccare le mele!

CONCLUSIONE: Siamo dei genitori imperfetti. Comunque si faccia, si fallisce. Rileggendo la discussione ho trovato almeno dieci punti che abbiamo sbagliato. Magari l'intento era giusto per un verso ma confuso per l'altro. Il corpo umano è bello: io e mio marito non l'abbiamo mai nascosto per non creare inutili e incomprensibili vergogne o tabù nei bambini. E' vero anche che i bambini a quell'età non hanno malizia, la sessualità non ha ancora trovato la sua via e che Jacopo dicendo quella frase a suo fratello non si immaginava certo Pietro a fare proprio quella cosa lì. E ora? Si punisce davvero, non regalandogli una cosa che desiderava tanto e per cui si è impegnato per sei mesi? Si fa finta di niente per non creargli turbe in futuro? Si insiste per farsi confessare il vero colpevole? E poi cosa si fa? O lasciamo che ce l'abbia vinta lui: che pensi davvero che ci possa prendere in giro? Gli si lascia pensare che le cose che dice non abbiano delle conseguenze affinché lui viva con la giusta serenità i suoi sei anni?

Bisogna che qualche genitore meno imperfetto di noi, scriva un libretto di istruzioni per l'uso e la manutenzione della famiglia. 
Nel frattempo a me e a mio marito ci tocca tirare avanti questa "difettosa" che abbiamo...

1 commento:

  1. Povera mamma senza tacchi, essere genitori è davvero un lavoro eroico. Ti ammiro perché affronti i problemi con chiarezza e coraggio, e sei solo all'inizio... e riesci anche a conservare il senso dell'umorismo. Un abbraccio.

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