Ovvia, su. Diciamocelo chiaramente: la bicicletta ha i suoi pro e i suoi contro. Si arriva prima al lavoro, si arriva prima a casa, ti mantiene in forma. Ma vuoi mettere litigare con i turisti che passeggiano sulla pista ciclabile e quando gli suoni si girano astiosi come fossero i padroni della strada? Vuoi mettere perdere ogni tre per due sui sanpietrini del centro storico, la vite che tiene attaccato il cestino alla bici, doverlo cercare bestemmiando l'intero universo celeste e poi arrivare trattenendo il cestino legato con la catena? Vuoi mettere arrivare trafelata, sudata o bagnata come un pulcino viaggiando con sole, pioggia, vento e neve? Vuoi mettere scansare pigne e rami rischiando la vita alle Cascine?
No. Non ho più l'età. Preferisco appoggiare le mie chiappe sul sedile di questi nuovissimi e fiammanti bus che l'Ataf ha messo a disposizione a Firenze. Ci impiego un po' di più, è vero, ma ho modo di fare la cosa che più mi piace: osservare. All'ora in cui parto io il mondo inizia ad attivarsi, la città si sveglia, i lavoratori entrano negli uffici, aprono le serrande dei negozi, i mercatini mettono in esposizione la merce. Inizia una nuova giornata.
Questo fuori dal bus. Dentro è tutta un'altra storia.
C'è quello che si addormenta con la testa appoggiata al finestrino, cuffie nelle orecchie, incurante delle vibrazioni del mezzo che sembra cantargli la ninna-nanna. E poi vederlo scendere pestando piedi, travolgendo vecchiette col bastone davanti alla porta, ascoltandolo tirare certi moccoli per aver saltato 3 fermate urlando
Apri! Capo, apri la porta! Ho suonato maremmavigliacca!
C'è quella profumata, ingioiellata, piena di roba che suona ad ogni movimento del bus. C'è quella che puzzicchia perché, probabilmente sta tornando ora dal turno di notte. C'è quello che, invece, puzza di cibo avariato ma è vestito in giacca e cravatta, con l'auricolare, il cellulare ultimo modello e i ray ban. Mi domando se faccia l'avvocato o il serial killer. Qualcuno dovrebbe avvertirlo che si sta decomponendo.
C'è quella che si siede e si toglie le scarpe, appoggiando i piedi gravidi sopra le calzature. E poi ti spiega per filo e per segno il perché le si gonfiano i piedi, che malattia ha e, se le dai un po' di corda, ti racconta dell'unghia incarnita, dell'alluce valgo e dei funghi dell'unghia che non riesce a mandare via. Ti spiega i particolari e ti dice Guardi! Guardi, lei mi dica se questo è un piede! E tu osservi quell'ammasso di carne tumida con le dita e ti sale la colazione fino in gola. Annuisci con un sorriso storto, mentre rimugini Speriamo scenda presto...Invece, scende al capolinea. Esattamente dove scendi tu.
C'è quella che parla al cellulare. Come quasi tutti i frequentatori del mezzo. Ma non parla. Urla. Litiga con il marito o il fidanzato. Si mette nel centro del bus di modo che possano sentirla tutti e inizia la tragedia. Prima parte con il tono di voce alterato Perché non sei tornato ieri sera? poi aumenta scuotendo la testa e cercando di sradicare la maniglia a cui si tiene Allora sai cosa? Non tornare neanche stasera. Si. No, no. Tu lo sai il perché... poi parte l'atto finale, quasi urla, batte un piede, si piega con la schiena per fare uscire meglio la voce, sembra quasi avere le lacrime agli occhi E allora vai in culo, stronzo! e chiude il telefono. Si ricompone immediatamente come se la piazzata non l'avesse fatta lei. Vede la gente che la guarda, sorride, si abbassa gli occhiali da sole e continua il suo viaggio. Pare Meg Ryan nella scena dell'orgasmo in Harry ti presento Sally.
Poi ci sono i matti. C'è quello che si siede e inizia con la solfa Ommadonnaomadonnaomadonnaomadonnaomadonnaomadonna...
C'è quella che ti tocca appena sali e ti chiede Oh.C'hai un euro? e tu fai le corna o ti tocchi i maroni perché non si sa mai...
E poi c'è quella che ti chiede aiuto perché non sa scrivere al cellulare e deve mandare un messaggio al suo fidanzato. E' una questione di vita o di morte.
Che devi scrivere?
Voglio che mi richiama...
Quindi scrivo "Chiamami appena puoi"? Va bene?
Va bene...Grazie eh? Grazie davvero. E' che non so scrivere...
E tu ti domandi se non sa scrivere in generale o solo a quel cellulare. La guardi: sembra pulita ma un po' assente. Ti domandi se è straniera, ubriaca, o solo analfabeta perché parla scorretto. Poi la dimentichi e pensi agli affari tuoi. Finché il bip-bip del suo cellulare annuncia che ha ricevuto un sms. Lo legge. Quindi sa leggere. Perciò o è straniera o ubriaca.
Era il mio fidanzato dice sorridendo. Tu le sorridi di rimando, poi guardi fuori dal finestrino. Mi ha chiamato pesciolino. Mi ha chiamato pesciolino tre volte, ieri dice turbata. Bene. Carino da parte sua... rispondi tu secca perché non hai voglia di attaccare bottone. A me non mi piace che mi chiama pesciolino. Il tuo fidanzato ti chiama pesciolino? domanda. No. Mio marito mi chiama in tanti modi ma non pesciolino rispondi tornando a guardare fuori e sperando che non ti abbia preso per una consulente matrimoniale. A me non mi piace. Mi offendo dice Allora diglielo che non ti piace! Rispondi esasperata. Arriva un altro bip-bip. Legge. Era il mio fidanzato. Stavolta mi ha chiamato pucci pucci. Tu sorridi. Questa non è ubriaca o straniera è solo matta come un cavallo. Pucci pucci va meglio. Il tuo fidanzato ti chiama pucci pucci? domanda. Si. Sempre. Anche nel sonno.
Ora devo scendere dice e tu pensi Amen.
Grazie eh? Del messaggio...e tu ti chiedi Azz, ma tutte a me?
E poi succedono anche incontri singolari come quando ti si siede vicino un omone. Lo percepisci perché con la coda dell'occhio vedi che ti sovrasta di 50 cm, la sua spalla quasi all'altezza dei tuoi zigomi. E' un omone dalla pelle scura. Nello stesso istante vedi qualcosa volare alla tua destra. E' qualcosa di grosso. Anzi di enorme trattandosi di un insetto. E rifletti Sarà un bombo. Oddio. Come cazzo esco di qui? Mi siedo in collo al tipo qui vicino o esco dal finestrino? Poi rivedi volare la Cosa e ti accorgi che è molto più grossa di quello che avevi immaginato ma scompare dietro l'omone. Tu ti volti verso di lui, lui ti guarda e ti accorgi di avere una faccia tra lo schifato e lo scioccato. Nella frazione di secondo che passa tu mediti Il tipo avrà mica ipotizzato che io sia razzista, che l'abbia guardato male solo perché è nero? Ora glielo dico che c'ha un bombo in agguato sulla spalla... e lui, appena apri bocca per salvargli la vita, ti dice Non preoccuparti! E' solo una farfallina! E poi ti fa un sorriso e tu ponderi abbagliata con gli occhi sgranati Ma questo come fa ad avere tutti questi denti e tutti così bianchi?
Poi salvi la vita alla farfallina accompagnandola al finestrino, lui ti sorride e ti fa i complimenti per il tuo animo puro, ma questa è un'altra storia. Ciò non toglie che continui a non spiegarti quale dentifricio faccia venire denti così luminosi!
O la vecchietta che si siede di fianco a te poi inizia a parlare con l'uomo, anziano anche lui, seduto davanti a lei. Vuole sedersi vicino a sua moglie? chiedi. Così potete chiacchierare tranquillamente...
Grazie, signora, risponde la nonnina, ma torniamo ora da Palazzo Vecchio, ci ha chiamati il sindaco per festeggiare 50 anni di matrimonio! Questo qua dice indicando il marito ce l'ho avuto vicino per 50 anni, ci ho fatto 3 figli e abbiamo cresciuto 5 nipoti...Sa quante chiacchiere? Possiamo tranquillamente arrivare a casa in silenzio!
E ancora hai in mente la sfumatura con cui ha pronunciato il questo qua. Era un'espressione carica di 50 anni di amore, tenerezza, premura, ammirazione.
E allora tutto sommato preferisco passare 50 minuti in compagnia dei miei pazzoidi da bus che 35 minuti in bicicletta. Da sola. Tanto, matta come sono, non sfiguro in questa bizzarra compagnia. Ora vado che c'ho da fare...
Ommadonnaomadonnaomadonnaomadonnaomadonnaomadonna....
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