Alla fine di questoannoddemmerda (che d'ora in avanti chiamerò QADM), tirando le somme dichiaro che:
- se Dio vòle è finito
- mi sono sicuramente fatta un sacco di nemici tra i miei studenti, alcuni dei quali entro la fine del mese avranno studiato svariati riti voodoo degni di questo nome e insieme ai genitori passeranno l'estate a piantare spilloni nella bambolina che mi somiglia tanto
- non so come ho fatto ad arrivare a giugno
O meglio, sì che lo so. E' solo grazie a voi, colleghe (perdona il femminile Giuseppe ma non ti sei offeso quando i tuoi cinesini ti chiamavano "maestra", conto di non offenderti neanche io!). Tutti voi che vi siete stretti in una rete fitta e mi avete sollevato quando sono caduta, che vi siete uniti a paracadute per rendere meno rovinoso il mio atterraggio.
E' stato della mia - breve - carriera di maestra, l'anno più duro, faticoso, avvilente e infruttuoso che abbia passato, ma a livello emotivo quello più ricco ed entusiasmante. Vi ho conosciuti tutti, con voi ho trovato una famiglia e come in tutte le famiglie si litiga, si sbraita (tranne nella famiglia della Masci ma prendo ad esempio unicamente le famiglie umane...), ci si tiene il muso, ma sempre con quel sottofondo di tenerezza che esiste dove ci si vuol bene e che ti riporta alla memoria solo le cose belle, i ricordi dolci, i sorrisi e le risate.
Questo ho chiuso nella mia valigia immaginaria ieri, oltre ai vostri graditissimi pensieri, e ora per rendervene merito faccio l'unica cosa che so fare. Scrivere, scrivere di voi per ringraziarvi uno ad uno.
Chiara... beh, che dire? La fama ti precede: vincitrice di ogni concorso letterario indetto, scrittrice pubblicata, memoria e pilastro della scuola. Se dovessi dipingere un ritratto della maestra per eccellenza, avrebbe le tue fattezze, la tua pazienza e tutte le tue caratteristiche eppure nel mio ricordo ho quel sorriso dolce, sempre presente anche sotto la mascherina. Chi sorride sempre ha il cuore colmo d'amore e tu, Chiara, tu straripi!
Raffaellina, che insieme a me e alla Venturi abbiamo fatto il trio delle Raffaelle, che quando qualcuno urlava "Raffa" scattava il panico nel riconoscere chi veniva chiamata... ti rivedo in fila all'uscita con tutti i tuoi bimbini a fare, rifare e rifare ancora il conto alla rovescia per far sì che allo "zero!" corrispondesse il suono della campanella delle 16.10. E che felicità quando si realizzava! Un po' come quando con la mia mamma si diceva la stessa parola insieme, si esprimeva un desiderio e si faceva Flic e Floc intrecciando il mignolo... chissà quanti desideri si sono avverati tra i tuoi bambini!
Maria, lo so che sono scontata, ma il tuo ricordo è legato alle torte, quelle magnifiche, golose, lussuriose creature che riesci a realizzare e che ho avuto la fortuna prima di vedere e poi di assaggiare, ma a denti alti perché era quasi un dispiacere masticarle. Dal pranzo di ieri, però, questo ricordo farà a cazzotti con quel dolce fallico che ti sei presa al ristorante che, a detta della Giusy, assomigliava ad una banana, ma che nella mente di tutti gli altri ha richiamato immagini che non è opportuno descrivere. Credo di sapere quale ricordo vincerà...
Elisa, l'unica nordica insieme a me; sei stata la prima a darmi informazioni sul mio bambino, a darmi qualche dritta, consigli e incoraggiamenti. Se ho imparato ad essere meno rigida e gelida nei confronti dell'handicap è anche grazie a te che mi hai fatto capire che se il bambino - questo bambino - era sereno, avevo raggiunto il mio scopo. Sappi che ti invidio i capelli e no Giuseppe! non mi dire che glieli invidi anche tu perché non staresti bene con i capelli così lunghi!
Ilaria: come lo stile e l'eleganza possono entrare nel mondo della scuola. Severa, inflessibile, rigorosa, ma amata dai suoi studenti come poche altre. Forse è segno che i bambini di oggi come quelli di ieri, hanno bisogno di capire la differenza tra i ruoli, hanno bisogno di una guida non della confidenza che si può avere con un compagno, hanno bisogno di una maestra non del prolungamento della mamma. Di te mi porto dietro il ricordo dell'unica parolaccia che ti ho sentito dire in tutto QADM. So che siete curiose di sapere che parolaccia ha detto Ilaria e non sarò certo io a lasciarvi sulle spine: "partaccia di m." Sì! Ha detto proprio m. e si è anche scusata con me...capito? Con me!
Venturi, che dire? Come sopra, ma con qualche "c@##o" in più. Dopo la mia sfuriata ad un interclasse dove sono volati "c@##i" come pioggia, tu hai capito che con me potevi sdarti. Polemica (sarà il nome?), trasparente, limpida e chiara. Sempre e comunque. Con quella simpatia così romagnola, mi hai tenuto compagnia per tutto QADM, mi hai ascoltato, ci siamo confrontate sempre con quel rispetto che ci caratterizza. E ci siamo subito amate. La soddisfazione più grande? Quando mi ha scritto che l'anno prossimo ti mancherò e quell'abbraccio così affettuoso che mi hai dato ieri prima di salutarci, lo metto nella tasca della valigia a portata di mano così lo tiro fuori ogni volta che ne ho bisogno!
Simona, di te mi porto dietro la tua serietà, la tua competenza, il tuo essere sempre sul pezzo. Tutti i consigli preziosi che mi hai dato e che ho provato a mettere in atto. Ti ammiro davvero perché scegliere di fare il lavoro che fai tu, con la dedizione, la preoccupazione e l'accortezza che metti in ogni gesto che fai, non è da tutti. Averti in questa scuola è stata una fortuna per tutti i colleghi e averti incrociato sulla mia strada è stato un onore. Davvero.
Giusy la mia delizia e la mia pena! Un uragano, dove passi tu lasci devastazione e confusione ma se non ci fossi, bisognerebbe inventarti. Sei schietta, simpatica, ingenua, generosa e sensibile. Di te mi porto dietro tanti ricordi, abbiamo passato molto tempo insieme, ma tra tutti mi vengono in mente le frastagliate in napoletano in cui dicevi, affermavi, domandavi e con occhi bovini ti dicevo, con la finezza che mi caratterizza: "Io Giusy, non ho capito una sega" e tu mi rispondevi "Ma io ho parlato in italiano!". Ti auguro la fortuna che meriti!
Giuseppe, sempre scritto con la S davanti al nome, da tutti rammentato come San Giuseppe tranne che da me per cui è Super Giuseppe, hai fatto tanto per tutte noi ma tutte noi dobbiamo ammettere che è bastata la tua presenza non in quanto uomo (che non è poco, comunque) ma in quanto uomo sempre sorridente, sempre con una parola di conforto, di incoraggiamento e di solidarietà. Sempre presente fisicamente e moralmente, insomma una specie di supereroe con il mantello nella borsa insieme ai libri. In quanto supereroe anche i suoi figli non sono umani...
Luisa di te mi porto il ricordo di quando ti ho vista per la prima volta in presenza seduta in circolo che, dando il via alla riunione, hai detto per presentarvi a chi non vi conosceva "Noi siamo una scuola fortunata, ci conosciamo tutte da anni, litighiamo, ci scanniamo, ma siamo sempre unite e ci vogliamo bene". Ed è proprio vero. L'ho visto con i miei occhi e da subito mi hai fatto sentire parte di questo gruppo. Ti ho visto venire a scuola con il mal di testa, zoppicante, con un braccio gonfio e quasi paralizzato, con due lutti sulle spalle e la morte nel cuore. Eppure sempre lì, insieme alla tua seconda famiglia.
Cecilia, il mio idolo! La tua simpatia, la tua calma conquistata faticosamente, una sorpresa dietro l'altra; ti ho conosciuta nei passaggi che ti ho dato in macchina e ti ho amata da subito... hai talmente tanti pregi che non potrei elencarli tutti ma quello che ammiro di più in te è questo equilibrio pacato, ma sagace che quasi ti fa levitare. Ecco, se dovessi immaginarti in altre vesti, saresti una perfetta santona anche se come maestra sei la non plus ultra!!! Da quando poi mi hai detto che secondo te ho un buon carattere (è vero che siamo le uniche al pranzo di ieri ad aver preso un bicchiere di vino oltre il prosecchino, ma mi sembravi parecchio lucida, quindi il complimento vale di più!) hai vertiginosamente scalato la classifica personale delle mie simpatie, posizionandoti in pole position!
Susi ti ho conosciuta davvero solo a fine scuola e devo ammettere che ti invidio tre cose: i capelli mossi naturali che io per averli così devo farmi un trabiccolo in testa e dormire come appoggiando la testa su un branco di porcospini parecchio inferociti. Il bordo di voce che ti permette di tenere a bada una classe come la nostra senza grossi sforzi. Il nome: Susetta è particolare, insolito, unico. Di te, chiudo in valigia il ricordo di quella lunga chiacchierata in giardino dove noi e altre due maestre ci siamo confrontate sulle rispettive famiglie e dove tutte abbiamo capito che non esistono famiglie da Mulino Bianco (famiglia Masci a parte!). Ci siamo messe a nudo senza vergognarsi di raccontare le proprie disgrazie con la consapevolezza di non essere giudicate ma, anzi, comprese e capite. Il tempo è volato, in quell'occasione, i bambini erano tranquilli, la temperatura perfetta e quel ricordo rimane come fuori dal tempo, racchiuso in una pallina di vetro...
Le ho tenute per ultime le mie colleghe di classe, perché con loro ho davvero condiviso tanto e avrei tanti, troppi ricordi da elencare ma non posso scrivere un poema quindi devo selezionare, organizzare, combinare. Ho conosciuto Anna Maria due anni fa: io insegnavo matematica in una seconda della Vamba e siamo state parallele nell'anno della pandemia. L'impressione fotografica che mi aveva lasciato negli occhi era di una donna molto seria, irreprensibile, precisa, una di quelle maestre che immaginavo andare avanti nei programmi come un Panzer. Quando quest'anno ho avuto occasione di vederti al lavoro ho, sì, confermato che sei una maestra molto seria, ma nel senso che prendi molto seriamente il tuo lavoro. E sì, sei una donna irreprensibile, ma nel senso che non ti si possono fare appunti perché pensi a tutto, ricordi tutto e sei arrivata nel mio cuore con la gentilezza e con il sorriso di una principessa Disney, in punta di piedi senza mai uscire fuori dalle righe. E poi sei simpatica anche se ti ho sentito dire che pensi di non esserlo, sei ironica, dolce, paziente e pazzescamente creativa. Da questo punto di vista ci siamo trovate gemelle separate alla nascita anche se tu sei la gemella fine ed elegante e io quella più ignorante!
Amanda, ci abbiamo messo qualche tempo a conoscerci, siamo entrambe sterpigne, forse un po' diffidenti; ci siamo annusate e quando abbiamo capito che potevamo fidarci l'una dell'altra allora è stato un crescendo di imitazioni (in quelle sei la meglio), battute, confidenze fino mostrarci in video le stanze dei figli per vedere a chi andava il premio per la stanza più disordinata, subito prima di vedere quella del figlio della Masci e prenderla in giro per l'astuccio non perfettamente allineato al quaderno... o a mandarci gli screenshot dei messaggi che quelle serpi che ci stiamo allevando in seno, ci mandano per capire chi vince la coppa per il figlio più S#####O! Con la tua simpatia travolgente mi hai sempre coinvolto nelle tue lezioni, mi hai dato voce e richiesto rispetto dalla classe come se fossi davvero parte di quel team e ti assicuro che non è assolutamente scontato: al di là delle belle parole che le maestre sono obbligate a dire, l'affiatamento io l'ho respirato, l'ho vissuto e percepito grazie soprattutto a voi due.
Scusate, ho scritto davvero troppo eppure mi sembra di non aver detto niente. Vi lascio con la speranza di tornare tra qualche tempo, quando la situazione sarà meno complicata o forse io più matura e corazzata per affrontare le difficoltà. GRAZIE. Grazie di aver reso QADM un po' meno difficile, grazie di avermi fatto sentire parte di questo meraviglioso gruppo di anime prima che di docenti, e grazie perché da ognuno di voi ho imparato qualcosa che, un giorno, mi renderà la maestra che voglio essere.