lunedì 31 marzo 2014

UNA DOMENICA DI ORDINARIA FOLLIA

Huston. Abbiamo un problema. 
Si tratta di un'invasione... Il cielo si sta facendo nero, stanno arrivando....aiuto, aiuto...ahhhh....SPLAT.
Ecco fatto: un'altra merda di piccione, accidenti ai lordi pennuti.
Ho il balcone pieno di cacche di piccione e non so come liberarmi di queste inutili bestiacce.

La goccia che ha fatto traboccare il vaso (bello grosso, peraltro) è stata versata domenica mattina. Che non era una domenica mattina qualsiasi: era la famigerata domenica mattina in cui c'era il cambio dell'ora da legale a solare. E' tardi, siamo stati a cena da amici, Pietro è stato sistemato per il trasbordo da casa a casa sulle spalle di suo babbo addirittura già addormentato. Prima di metterli a letto stanchi morti, li scongiuriamo di non venire nel lettone al risveglio mattutino. Ci si farà a dormire domattina? Io e mio marito ci si guarda speranzosi...
Ore 1:27 Buonanotte; speriamo in bene.
Ore 5:07 del mattino. Cru cru. Cru cru. Cru cru.
Sto sognando. Sto sognando? Luca dico sottovoce lo senti anche tu? 
Si. E' un colombo. Anzi due.
Ma dove sono, dico sempre sussurrando che sembra di averli in camera?
Saranno sul cornicione della cucina. Mettiti i tappi.
Preferisco risolvere il problema alla radice: vado in cucina e batto un pugno contro il vetro della finestra. Uno prende il volo, il secondo mi guarda beffardo come dire cazzo vuoi? Lo guardo in cagnesco, lui sostiene lo sguardo poi tiro un'altra manata sperando che il piccione percepisca il rumore come una fucilata e capisca che qui non è aria. Lui prende il volo con calma, promettendomi che me la farà pagare cara per aver fatto scomodare le sue chiappe pennute dal cornicione. Dal MIO cornicione.
Torno a letto, fatico a riaddormentarmi ma ho riconquistato il sospirato silenzio. Sono ormai le 5:43. Ora ci sono. Rilasso i muscoli partendo dalle dita dei piedi. Ecco il polpaccio, la coscia. Forse riesco a riprendere sonno.
Cru cru. Cru cru. Cru cru. Cru cru. Cru cru. Cru cru.
L'immonda bestiaccia ha portato i rinforzi: sono almeno in quattro.
Metto la testa sotto il cuscino ma non serve, sento il sottofondo nonostante 20 cm di cuscino. Mio marito si alza, chiude la finestra esterna e la porta della camera e io penso sono le 6:25 ma con il cambio dell'ora sono già le 7:25. Mi sento la testa confusa e gli occhi gonfi.
Decido di rimanere a letto a meditare vendetta ma ormai sono a corto di idee, le ho provate tutte: ho accettato suggerimenti, consigli, sono arrivata anche al passo subito prima del rito voodoo. Gli spilli li ho presi ma non conosco nessuno che riesca a farmi una bambolina a forma di colombo.
Ho iniziato con i cd appesi sulle ringhiere dei 2 balconi ma non solo non sono serviti a spaventarli, i piccioni hanno anche deciso di umiliarmi cacandoci sopra.
Poi sono passata alla carta dell'uovo di Pasqua sistemata qua e là lungo il balcone: carino, colorato, rumoroso. Grazie I. per il consiglio ma i volatili hanno snobbato l'avvertimento facendomi le uova nel vaso del mandarino cinese.
Ho provato con le buste di plastica tutte tagliate e legate ma quando ho visto il sozzo pennuto proprio sdraiato sulla morbida busta, ho capito che gli avevo fatto un nido come pochi.
Mi sono cimentata anche con il tiro a segno: a costo di venire segnalata alla polizia ho provato a sparargli nello sporco sedere con la pistola ad aria compressa ma, nonostante la mia nota mira da cecchino loro sono stati più veloci. 
Ecco finalmente la soluzione che sembra definitiva: dai giardini dietro casa un simpatico nonno mi dà una dritta. Fai bollire il grano nella grappa, loro ne sono ghiotti, lo mangiano e poi non tornano più. Vedrai. Compro il grano dal civaiolo, la grappa all'Esselunga (quella che costa meno tanto sono piccioni di periferia, non si formalizzeranno) mentre sorrido sotto i baffi immaginando gli odiosi uccellacci patire le pene dell'inferno, prima di morire con il fegato scoppiato. 
Il grano gli è piaciuto talmente tanto che non solo l'hanno mangiato i miei piccioni ma si sono passati la voce che c'era una bischera che offriva da bere e da mangiare gratis. E se si voleva c'era anche da dormire, visto che, vero come l'oro, ci ho trovato anche due spennacchiati cuccioli di colombo. Che hanno imparato a volare prima del tempo calciati nel terrazzo del primo piano.
Io ho risolto mettendo sul balcone dei serpenti finti, tipo quelli di gomma, sai? Sono gli unici animali di cui hanno timore i piccioni... Proviamo anche questa. Nulla. Cacata anche la testa del boa.
D'estate è poi, se possibile, anche peggio: con le serrande abbassate per mantenere il fresco loro festeggiano lì fuori come se non ci fosse un domani. Una volta me ne sono trovato anche uno in salotto che stava cercando un posto dove riposare.
Ho comprato anche i dissuasori plurispillo ma i piccioni sono sottovalutati: perché andare a rischiare di pungersi le chiappe quando si può covare la prole nei vasi, o perché no ora che arriva il caldo direttamente sulle fresche piastrelle della terrazza?
Mi è stato anche suggerito di mettere un campanellino che al minimo alito di vento suoni allontanando le bestiacce. Forse potrebbe funzionare ma dopo poco potrei uccidere qualcuno visto che con il sonno leggero che possiedo, il pensiero che il campanello possa suonare da un momento all'altro mi creerebbe un filo di ansia.
L'unica sarebbe prendere un gatto. Lo so, funzionerebbe perché i miei vicini peruviani ne avevano uno bellissimo di pelo rosso che ogni tanto dormicchiava sulla finestra del loro bagno (che dà sul mio balcone) e in quel periodo i piccioni non si posavano neanche. A ripensarci è un po' che non vedo il gatto. Spero che sia in villeggiatura e che non abbia avuto la peggio con i piccioni. O con i suoi padroni peruviani.

Ovvia sono le 8:18. Mi alzo. I piccioni sono ancora sulla mia terrazza. Quattro grassi piccioni grigi.
Uno mi guarda. Potrebbe essere quello che mi ha giurato vendetta. 
Sarò contenta solo quando ti vedrò nelle fauci del mio gatto, morire tra atroci tormenti, penso.
E mentre mi arrovello in mezzo a questi pensieri concludo che, per una domenica che i miei bambini alle 9:30 stavano ancora dormendo, io ho passato la notte in bianco per colpa di 4 orribili volatili. 
Ma io non mi arrendo: ho perso una battaglia. A dire il vero più di una. Ma non avete ancora vinto la guerra. Ah ah ah ah ah... (risata fiera e drammatica).

Ora vado a togliere quei due o tre Kg di merda dal balcone...


lunedì 17 marzo 2014

IL SESSO E I MIEI BAMBINI

Allora: sabato scorso siamo andati a vedere 300 - L'alba di un impero. Siamo andati tutti insieme perché, diciamocelo chiaramente, ha insistito Jacopo in piena fase mi piacciono tutti i cavalieri e più sanguinosi sono più mi garbano ma interessava anche a noi. E poi gestire due bambini - gli unici nel cinema - con un film del genere era troppo anche per me. Con Thor ci si è fatta ma con 300 no.
Insomma il bambino grande è rimasto entusiasta ed è uscito dal cinema stabilendo che lui, d'ora in avanti, sarebbe stato metà Leonida e metà Temistocle, il piccino ha fatto pipì tre volte ma non per la paura, il marito febbricitante ha concluso che gli era piaciuto più il primo e io sono arrivata a casa stremata dai combattimenti e dalle guerre che mi è sembrato di combattere insieme ai protagonisti.

Poi è arrivata la domanda fatale.
O come mai quando la donna cattiva (vedi Artemisia) e Temistocle se le danno, lei ha le pocce di fuori?

Ops. Per inciso non è che se le stavano proprio dando... Diciamo che in una scena di sesso, storicamente attendibile quanto l'esistenza del Kraken, lui dà qualcosa a lei che non sembra aversene troppo a male...E non si parla di schiaffi.
Oh via... Non me la aspettavo una sequenza del genere. Niente di volgare, spinto o violento ma comunque 3 minuti e mezzo difficili da spiegare a due bambini con il sacchetto di pop-corn in mano che vogliono vedere sangue e teste che volano.
Pietro sul momento non mi è sembrato particolarmente turbato: forse stava pensando che gli scappava la pipì e non sapeva come dirmelo.
Ma quando mi sono girata verso Jacopo ho visto la ruga in mezzo alla fronte delinearsi come quando sta meditando la domanda delle domande.
L'ho anticipato dicendogli Si stanno picchiando, vedi? Guarda lei come gliele dà!!! sperando che credesse alla bischerata.
Poi Temistocle, nella foga, strappa i vestiti di dosso ad Artemisia e io, vedendo Jacopo rallentare il movimento della mano col pop-corn verso la bocca, ho pensato Eccoci. Ci Siamo. Stavolta non c'è scampo. E invece, forse perché minacciato di non fare domande al cinema pena non guardare più film sui cavalieri, la domanda è arrivata molto più tardi quando pensavo ormai di essere in salvo.

Ora... potete dirmelo che sono una catastrofe di mamma. Avete ragione ma non ce l'ho fatta a rispondere. Stasera pizzaaaa!!! Ho dichiarato cambiando abilmente discorso.
E' che non so come affrontare il discorso sesso con i miei figli...
Pietro si tappa gli occhi quando in un film o in un cartone animato due personaggi si baciano sulla bocca poi però sposa la bambola di Merida (vedi cartone Ribelle), la abbraccia, va a vedere se ha le mutande, poi mi dice che la vorrebbe baciare sulla bocca. 
Jacopo non sembra avere particolare sconcerto di fronte ad un bacio sulla bocca ma neanche particolare interesse a scoprire perché si fa o che piacere possa dare. 
Alla scuola materna l'anno scorso le maestre erano disperate perché non sapevano come arginare l'ondata di baci che aveva colpito maschi e femmine - a dire il vero più maschi con maschi - dove, dal mattino fino alla sera, era tutto uno sbaciucchiarsi sulla bocca con conseguente contaminazione della malattia mensile (influenza, virus gastro-intestinale o varicella) e decimazione della classe.
In casa io e mio marito ci si bacia, abbraccia e ci si scambia gesti d'affetto, sempre con il giusto contegno perché siamo sempre stati dell'idea che se ci si ama non si deve tenere nascosto ma, purtroppo, c'è ancora tanta confusione sul tema.
Sono consapevole che, presto o tardi, arriverà il momento in cui non si potranno più fregare mettendosi davanti al televisore in una scena di sesso o mandando avanti con la scusa che Tanto ora non dicono niente di importante, vediamo una scena dove combattono! 

Come affronterò la conversazione quando i miei bambini scopriranno che ci può essere qualcosa di più intimo tra due persone? Quando individueranno che tra due che si baciano ci scappa anche un pezzettino di lingua? Come farò quando mi chiederanno perché quando loro hanno il mal di pancia non si lamentano come quelle femmine nei film? Quando mi chiederanno come sono entrati nella mia pancia visto che come sono usciti lo sanno già? 

Quando Jacopo mi farà la prossima domanda imbarazzante voglio essere pronta. 
Voglio essere preparata a passare prontamente la patata bollente a qualcun altro.
Potrei comprare un libro: ce ne sono tanti adatti a tutte le età che affrontano qualsiasi argomento anche se dare la responsabilità alle pagine di un libro per affrontare temi così macchinosi e confusi mi pare un po' freddo. 
Potrei partire dal rapporto sessuale della Mantide Religiosa: mi sembra che ci sia sufficiente brutalità da attirare l'attenzione di Jacopo. Poi però come gli spiego che il sesso è una cosa piacevole, che suo babbo non corre alcun pericolo e che io non sono solita nutrirmi della sua testa durante il rapporto? Meglio eventualmente virare verso api e farfalle...
Oppure potrei lasciare che Jacopo scopra tutto da solo con l'aiuto degli amici più scaltri di lui, che spieghi gli arcani misteri al fratello e, nel caso mi rivolgessero la perniciosa domanda, potrei trovare una scusa e lasciare il compito al marito. D'altra parte abbiamo fatto due figli maschi, toccherà un po' anche a lui spiegare come vanno le cose...
Più conveniente lasciare alla scuola il compito di affrontare la questione: nelle materie scientifiche non si studia il sistema riproduttivo di tutte le specie compreso l'uomo? Oddio, però come me la cavo da qui ai loro primi 14 anni?

Per il momento, in attesa di trovare la soluzione meno imbarazzante per me e più corretta per loro, mi sono limitata a sedare la questione, ponendo loro argomenti più attraenti. 
Già mi immagino però freddata quando, in presenza di mio suocero, della signora Giacco o di Don Francesco, da uno dei due verrà fuori lo spinoso quesito: Mamma, ma tu e il babbo lo fate l'amore?
In quel momento farò finta di sguainare la spada e dirò loro Allora, facciamo che tu sei Temistocle, Pietro è Serse e io sono Gorgo che vuole vendicare Leonida e spalle dritte e testa alta  urlerò Serse te la farò pagare!!!!






lunedì 10 marzo 2014

DORMIRE OTTO ORE FILATE - SECONDA PARTE

Ho dovuto anche scambiare posto con mio marito, nel letto per essere più vicina alla camerina. A costo della mia incolumità. Nel caso entrasse in casa un ladro o un assassino, intendo. Dormire vicino alla porta della camera è sempre rischioso ma per i figli si è disposti al sacrificio.
Insomma dicevo che da un annetto e mezzo il mio sonno è disturbato. Lo so che sono nella stessa barca di tutte le mamme di questo mondo, lo vedo dalle occhiaie e dalle borse sotto gli occhi delle genitrici che incontro tutti i giorni, dall'andamento fiacco e indolente quando accompagnano i figli a scuola. Dallo sguardo intorpidito e dalla voce sottile e flemmatica. Mi guardo intorno e capisco al volo quali mamme sono state svegliate nel profondo della notte.
Purtroppo, però, in questo caso il detto Mal comune mezzo gaudio, non funziona: quando si è stanchi è tutto più difficile. Se poi si è dormito male la notte della domenica c'è da tirare giù un corollario di santi e cristi che solo dio sa...

Il fatto che il mio sonno venga puntualmente  interrotto nelle più disparate ore della notte non sarebbe un problema se riuscissi a riprendere, nel giro di poco, almeno uno stato di incoscienza. Il dilemma è che una volta acceso il cervello (il marito si risparmi battute, per gentilezza) mi giro e rigiro nel letto come minimo per le due ore successive. Raramente mi capita di riaddormentarmi nel giro di mezz'ora, più facilmente conto i minuti delle sveglia che mi proietta l'ora sul soffitto e arrivo a contarne 120. Merda. Mancano 2 ore al bip bip, un'ora, mezz'ora. Tanto vale che mi alzi.
Problema, che evidentemente non tocca i miei bambini che, non solo si riaddormentano subito ma spesso, chiamano, parlano e chiedono continuando a dormire. 
Chiaramente il tutto comincia con un Mammaaaaa e la velocità con cui mi fiondo nella loro camera è proporzionale al tono e a quante aaaaaa mettono nella chiamata. Più aaaaa ci sono più la situazione è grave. Nei 10 secondi che ci metto a saltare giù dal letto e ad andare da loro, mi sono già strappata il pigiama per indossare il costume da Wonder Woman, lucida e pronta a risolvere il problema.
Problema che 9 volte su 10 si avvicina più a una rogna che a un vero grattacapo.
Ecco la top ten dei motivi per cui mi chiamano la notte e mi fanno perdere il treno diretto verso il tempio di Morfeo. Accidenti a loro.

- Mammaaaaaaaaaa! 
Ho sognato che Pietro era diventato una caramella gigante...
- Ma il bello dei brutti sogni è che ti svegli e capisci che non è successo davvero...
- Vado a dormire con lui, così controllo se è ancora vivo.

- Mammaaaaaaaaa! 
Sto vomitando!
- Grazie per avermi avvertito. La prossima volta, però, non perdere tempo a chiamare per informarmi: vomita nel catino invece che intonacare la stanza...

- Mammaaaaaaaa! 
Sento un rumore!
- Amore è tuo fratello che russa, non senti?
- Ah. Si. E' vero.

- Mammaaaaaaa! 
Devo fare un disegno per la maestra Luisa.
- Pietro, sono le 3 del mattino, puoi arrivare fino a domattina?
- Non lo so. Poi mi dimentico cosa devo disegnare...

- Mammaaaaaa!
Sei sicura che gli sia piaciuto davvero il regalo a G.?
- Fra 8 ore sento la sua mamma e glielo chiedo. Penso che l'I. abbia il telefono spento alle 2 di notte.

- Mammaaaaa!
Quando facciamo merenda? Io ho fame...
- Come fai ad aver fame alle 4 del mattino, Pietro? Hai mangiato come un tribunale ieri sera!
- Vabbè. Allora mangiamo domani mattina. Buonanotte.

- Mammaaaa!
Non mi hai acceso la lucina rossa.
- Amore, la mamma ti ha fatto due gambine e due braccine. La lucina rossa è sul tuo comodino. La prossima volta te la accendi da solo?

- Mammaaa!
L'acqua!
- LUCE. DEI. MIEI. OCCHI. BEVI DALLA BORRACCIA CHE HAI SUL COMODINO!

- Mammaa!
Ho paura degli assassini!
- Non ti preoccupare, in casa non può entrare nessuno. Siamo al quarto piano e abbiamo la porta blindata. Poi nel caso, prendono prima Pietro che è il più vicino...

- Mamma!
Non mi hai dato la buonanotte!
- Pietro dormi che sono le 2 e mezza...
- ...e non mi hai dato neanche il bacio!


Dopo aver provato con l'ultima spiaggia - INVANO - facendo la torta ai semi di papavero (leggenda popolare narra che i semi concilino il sonno), fatte le dovute raccomandazioni prima della nanna (l'acqua fresca l'avete, lucina soffusa accesa, bacio, buonanotte, non venite nel lettone fino a domattina o fino a quando non c'è luce, perfavoreperfavoreperfavore non chiamate), non mi rimane che appisolarmi rimpiangendo i vecchi tempi (quando dormivano a tutte le ore) e meditando se sia meglio permettere loro di infilarsi quatti quatti nel lettone senza svegliarci, se trovarmi un buon analista o un pusher affidabile.





lunedì 3 marzo 2014

SALUTI E BACI

Un amico di Facebook ha inventato un sistema per infamare quelli che gli mandano incessantemente la richiesta di giochini vari come se non ci fosse un domani. L'amico geniale scrive "grazie dell'invito (nome e cognome di chi gli ha mandato il messaggio) ma non sono interessato a giocare a (nome del gioco)".
E' geniale: non so come ho fatto a non pensarci prima. Pare anche che stia funzionando.
Ho intenzione di fare la stessa cosa con chi non mi saluta.
No, no. Non sto scherzando. Sono seria come un quadro.

Io saluto, mio marito saluta. Jacopo risponde CIAO dopo che lo hanno salutato. A volte sorride pure. Pietro dà il buongiorno anche alla gente che non conosce, per la strada.
E' una questione di educazione. E' imprescindibile da come ti sei alzato la mattina, da come ti senti, da cosa hai mangiato la sera a cena. Se hai litigato, se ti sei bruciato con l'acqua bollente, se tuo figlio si è preso l'ennesima volta la sciolta e hai passato la notte a fargli compagnia seduto sul bidet. Basta poco: un sorriso e 4 lettere. Penso si possa fare a meno del sorriso se proprio ti sei alzato/a con il culo torto. 

Quindi:
A te che ti sei messo d'accordo con mio marito per far venire il tuo figliolo a giocare a casa nostra il giorno dopo e ti sei dimenticato dell'appuntamento. Non hai telefonato nè per scusarti nè per ringraziare di averlo fatto venire comunque, di averlo tenuto tutto il pomeriggio, di averlo foraggiato, dissetato e intrattenuto. A te che quando mi hai visto hai voltato la faccia facendo finta di non riconoscermi.
E anche alla tua ex-moglie che non solo non ha accennato all'inconveniente ma 5 giorni dopo ha mangiato seduta al mio stesso tavolo con pochi altri genitori e nonostante questo non risponde al mio ciao ma riesce addirittura ad incrociare il mio sguardo e passarmi attraverso.
Ecco: Grazie ex coniugi A. ma non sono più interessata a salutarvi.

A te, con cui lavoro ormai da quasi 2 anni che quando mi avvicino al tuo angolo neanche ti giri e fai finta di non avermi sentito continuando a pigiare F2 come se da quello dipendesse la sorte dell'intero universo. Che quando ti chiedo qualcosa rispondi sprezzante come se fossi l'unica a saper lavorare lì dentro.
A te che quando arrivi dalla mia parte dell'ufficio appoggi sbattendo i microfilm ed esci dalla biblioteca senza fare un cenno che sia uno.
Grazie S. ma non sono più interessata a salutarti.

A te che, pur essendo abituata a lavorare con il pubblico, mi vedi tutti i giorni e tutti i giorni, quando passo dal retro e ti saluto mi guardi con quel muso rincagnato e irritante e volti la faccia facendo volteggiare con un'alterigia che non ti si addice, i tuoi lunghi capelli.
A te che poco tempo fa al mio saluto mi hai risposto Buongiorno. Poi mi hai guardato con un occhio semichiuso e carico d'odio e mi hai detto bisbetica Ah. Sei tu. T'avevo scambiato per la direttrice.
Devo dedurre che mi hai salutato solo perché mi hai scambiato per il tuo superiore. Che ha 60 anni e non mi somiglia per niente. Quindi oltre che maleducata sei anche ruffiana.
Grazie P. ma non sono più interessata a salutarti. 

A te che sei stata il mio superiore per un anno prima di mandare in fallimento l'azienda. A te che ora che hai mandato a gambe all'aria anche l'altra ditta standotene in panciolle a comandare come una gran donna d'affari senza combinare nulla. A te che passi gran parte del tuo tempo in palestra tanto hai i tuoi galoppini che lavorano per te. A te che hai lasciato a casa tutti facendo passare che hai fatto il possibile per i tuoi sottoposti ma purtroppo non c'è stato niente da fare. Ma tu e i tuoi adepti siete sempre lì pagati a far niente. A te che quando mi incontri non solo non mi saluti ma non hai neanche il fegato di guardarmi in faccia.
Grazie M.M. ma non sono interessata a salutarti.  

A voi utenti tutti che arrivate 1 minuto prima o più facilmente 1 minuto dopo la chiusura del servizio dicendo che avete fretta, che vi parte il treno, che dovete scappare in aereoporto o su una nave spaziale, che il bambino vi ha vomitato nelle scarpe, che il cane vi ha cacato sul tappeto e avete necessariamente bisogno di quelle cento fotocopie (non una...cento!), è una questione di vita o di morte se rinunci al pranzo per farmele, ti pago un caffè...
A voi che appoggiate rumorosamente i vostri I-Phone, I-Pad, i vostri Mac sul mio bancone senza chiedere se danno noia e poi vi mettete a chiacchierare dei cazz...i vostri mentre io cerco di lavorare o chiedete dov'è il bagno o il bar come se fossi un portiere.
A voi che parlate al cellulare in mezzo all'ingresso con il vivavoce per non farvi venire il tumore al cervello ma rompete i maroni a tutto i resto dell'umanità e quando vi dicono che non si può urlare in Biblioteca ve ne andate altezzosi e scocciati borbottando che si stava meglio quando si stava peggio. Il tutto dando per scontato che il saluto è un optional.
Grazie U. ma non sono più disposta a salutarvi. E il bagno è nel seminterrato sulla destra.


Tanto so che non lo farò. Di NON salutare, intendo. E' nel mio DNA, mi viene naturale. Neanche me ne accorgo. E so anche che continuerò a rimanere male quando i miei figli saluteranno senza essere ricambiati e continuerò a domandarmi dove hanno sbagliato quei genitori. Quelli di quegli adulti che voltano la faccia pensando di essere superiori, pensando così di segnare il territorio mettendo in chiaro che loro salutano solo coloro che ritengono degni.
So che continuerò a lamentarmi invano ma lasciatemelo dire... il bagno è nel seminterrato sulla destra: andate a cacare!